Wind beneath my wings

di Paolo Zambianchi
Wind beneath my wings

Si consiglia la lettura di questo articolo ascoltando la canzone WIND BENEATH MY WINGS di Bette Midler

Nikky sta esaminando la tabella con gli orari per capire quando passerà il prossimo autobus.

Zaino sullo spalle, capelli raccolti, cuffie sulle orecchie, bandana al collo.

Una bellezza che non passa inosservata. E infatti un uomo, sulla quarantina, anche lui alla fermata del bus, la osserva con interesse.

“vuole sedersi?” le chiede indicando il posto vuoto accanto a un ragazzo, quasi un bambino, seduto sulla panchina della fermata.

“si grazie” risponde lei.

“mi chiamo Niki” incalza lei, allungando la mano verso quello sconosciuto.

“Mark” risponde lui afferrandole la mano, sorpreso ed entusiasta che quella bella ragazza, forse donna, abbia attaccato bottone con lui così facilmente. Già si vede pronto a invitarla a cena e poi, chissà…

“Sei in viaggio?” abbozza lui per intavolare una discussione.

Ma lei nel frattempo ha già fatto partire una canzone nelle cuffie e non si accorge delle sue avance.

“It must have been cold there in my shadow (dev’essere stato freddo lì alla mia ombra)”

Si gira verso Jimmy, per capire se abbia freddo e nota che quell’uomo le stava parlando.

“Scusa, hai detto qualcosa?”

Lui è preso in contropiede perché si rende conto che quel ragazzo, forse bambino, sulla panchina deve essere con lei e, per come lei lo tratta, sembra essere suo figlio.

Pensa tra se “ecco come me la porto a letto questa se ha pure un figlio appresso” ma le risponde comunque.

“si, ti chiedevo se sei in viaggio. Mi sa però non da sola”

“no, infatti viaggio con lui, Jimmy, mio figlio”

Mark ha la conferma che sarà complicato portarsela a letto.

“To never have sunlight on your face (senza mai avere la luce del sole sulla tua faccia)”

Niki però non è minimamente interessata a quell’uomo e ai suoi pensieri. Ha occhi solo per suo figlio Jimmy.

Anche se non è stupida e ha capito che quello ci sta provando.

“You were content to let me shine, that’s your way (eri contento di lasciarmi brillare, è la tua via)”

E pensa che non è poi male e che forse suo figlio, vorrebbe che lei avesse di più la sua vita, senza di lui.

“You always walked a step behind (hai sempre camminato un passo indietro)”

Si sente però subito a disagio per avuto questo pensiero.

“So I was the one with all the glory (così ero l’unica con tutta la gloria)”

Perché sente che la sua vita, sempre insieme a Jimmy in ogni momento, non ha dato altro che darle tutte le energie.

“While you were the one with all the strength (mentre tu eri l’unico con tutta la forza)”

È Jimmy che ha saputo renderla la donna che è, non solo la mamma che è.

“A beautiful face without a name for so long (una bellissima faccia senza un nome per così tanto)”

Anche se non è stato per nulla facile arrivare dove è arrivata.

“A beautiful smile to hide the pain (un bellissimo sorriso per nascondere il dolore)”

Oggi si dice felice ma il percorso è stato lungo e difficile.

E sorride mentre ci pensa.

Tanto che Mark si illude, ancora di più di aver fatto colpo.

“Did you ever know that you’re my hero? And everything I would like to be (hai mai saputo che sei il mio eroe? e tutto ciò che vorrei essere)”

Ma lei lo spiazza guardando ancora suo figlio. Sembra non avere occhi che per lui.

Eppure è bruttarello, pure un poco deforme, pensa lui.

“ciao Jimmy, come va” abbozza, pensando che forse, per conquistare la madre, è bene conquistarsi il benvolere del figlio.

“Non può sentirti: è sordo. E peraltro è anche cieco e ha una disabilità mentale e fisica”

“I can fly higher than an eagle (posso volare più in altro di un’aquila)”

Niki non sembra per nulla turbata a dire tutto ciò, a differenza di lui che spalanca la bocca, restando senza parole.

“For you are the wind beneath my wings (per te che sei il vento sotto le mie ali)”

Il bus nel frattempo è arrivato.

Niki carica Jimmy sulle sue spalle e, nonostante sia evidente non sia leggerissimo e lei abbia già uno zaino, lo fa con un sorriso.

Mark resta immobile, senza riuscire nemmeno a provare a darle una mano.

Lei però sembra proprio non averne alcun bisogno.

“Sali anche tu?” le dice Niki.

Lui è ancora basito da ciò che ha sentito e da ciò che sta vedendo e non riesce a rispondere.

“beh, casomai ci vediamo in giro, tanto io viaggio di continuo e magari qui ci tornerò presto, chissà”.

Sale sul bus, con le porte che si chiudono dietro di lei.

Mark resta lì ad osservare la scena, non capendo bene ancora cosa sia successo e chi si sia trovato davanti.

 Credo che la storia di Niki e Jimmy sia incredibile. La forza di questa donna e di suo figlio siano di grande insegnamento.

Quante volte abbiamo fatto come il Mark di questa storia (lui l’ho inventato)?

Quante volte davanti a una persona abbiamo pensato al nostro tornaconto non pensando al valore della persona che avevamo davanti, giudicando con superficialità e senza pensare che avremmo potuto imparare qualcosa e essere ispirati, se solo avessimo puntato a conoscere quella persona anziché capire come poteva tornarci utili?

Quanto potremmo diventare persone migliori se ci sforzassimo di interessarci alle persone attorno a noi e di conoscere le loro storie, non restando chiusi nel nostro ma andando alla scoperta?

Se non conosceste la storia di Niki e Jimmy (che invece esistono davvero) vi invito a leggere uno dei tanti articoli di cui al link e, perché no, dare un’occhiata al loro sito, dove vederli anche in alcuni loro video.

Buona scoperta!

 

 

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