Qualche tempo fa ho sentito una notizia al TG che mi ha colpito molto: una bambina nata con il cuore a destra, operata e salvata.
Una storia talmente incredibile, soprattutto per l’insperato lieto fine, da sembrare inventata… studiata a tavolino con tutti gli elementi narrativi giusti:
• una giovanissima damigella in pericolo: una neonata (esiste niente di più tenero e indifeso?);
• il cattivo: una malformazione… Un destino che sembra segnato e che si abbatte su quanto di più simbolico ci possa essere: il suo stesso cuore;
• la speranza che sembra perduta: una prima diagnosi che parla solo di interventi palliativi;
• infine l’eroe, il chirurgo – supportato dalla sua équipe medica – che vinte varie difficoltà riesce infine a salvare la fanciulla;
• il lieto fine: la promessa del domani e di una vita normale.
Sì, sembra una storia inventata e invece è vera e ci stupisce come solo la vita sa fare, quando trionfa nelle situazioni più avverse.
Un cuore a destra…
Quanti di noi hanno attraversato momenti – o addirittura anni – sentendosi un po’ in quel modo: con il cuore dalla parte sbagliata del corpo?
La sensazione di avere una vita dentro che non riesce ad emergere, che è bloccata. La sensazione che il proprio spirito, le proprie idee, i propri progetti battano come tamburi nel concerto di una sala scorretta.
Penso che chi si occupa di sicurezza sappia bene di cosa sto parlando… Finché le persone continueranno a morire sul lavoro e sulle strade, chiunque ami la vita e abbia scelto di dedicare la propria a proteggere quella altrui avrà sempre il “cuore a destra”.
Ma il cambiamento è possibile.
Se una bambina condannata ha ricevuto la sua seconda chance, anche noi possiamo regalarci la nostra. Cerchiamo gli appassionati che costituiranno la nostra équipe. Scoviamo gli strumenti giusti, sperimentiamo. E alla fine operiamo, passiamo all’azione, facciamo risuonare il cuore della sicurezza dal lato giusto.
Oggi una bambina è viva perché qualcuno non si è voluto arrendere. Che amanti della sicurezza saremmo se ci arrendessimo noi?
Ci saranno sempre episodi che ci faranno dubitare della nostra missione, che ci faranno pensare che sia tutto inutile, che per una persona a cui siamo riusciti a sturare le orecchie ce ne saranno sempre altre 10, 100, 1.000 che non ascolteranno mai.
Non ha importanza.
Un cuore che batte, si batterà sempre per la vita.
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