Il colloquio è sempre una esperienza positiva! La ricerca del primo o nuovo lavoro nella maggior parte delle persone genera momenti di dubbio e tante domande. Siamo da sempre abituati a vedere il processo di selezione come un momento di completa e minuziosa valutazione del nostro profilo, delle nostre attitudini personali e professionali, del nostro passato e delle prospettive del nostro futuro. Pertanto quando veniamo invitati ad un colloquio si genera spesso in noi ansia e stress causati da mille pensieri e riflessioni:
Quali e quante domande mi faranno?
Sarò all’altezza e qualificato per quel ruolo?
Sarò interessante agli occhi del selezionatore?
E se le risposte che darò non sono corrette, cosa succederà?
La riflessione a queste domande porta spesso a declinare l’invito al colloquio e ad abbandonare così una preziosa opportunità. In realtà sì, la selezione è un processo che per ovvi motivi mira ad individuare una risorsa per cui l’azienda ha in quel momento effettivo bisogno. Si genera così al termine un “vincitore” e in coda una serie di profili che vengono di conseguenza scartati. Ma se provassimo a cambiare la prospettiva?
Dopo tanto lavoro nel costruire e realizzare il curriculum performante, dopo tante ore dedicate alla ricerca delle offerte in linea con i propri obiettivi, finalmente arriva quella tanto attesa chiamata di invito al colloquio. In questa nuova prospettiva proviamo a guardare a quel colloquio come un momento non di valutazione ma un importante momento di conoscenza. Qui in questa fase sia il selezionatore che il candidato mettono sul piatto i loro obiettivi e loro opportunità. È la fase dove ci si incontra e ci si conosce, da affrontate con la massima trasparenza e serenità perché comunque vada abbiamo creato un importante tassello: la conoscenza. Il selezionatore ha conosciuto un candidato. Il candidato ha conosciuto una azienda. Si potrà così realizzare nella migliore delle ipotesi un rapporto che potrà avere nell’immediato una opportunità. Se non si realizzerà ora, l’opportunità potrà avvenire in futuro con la stessa azienda o, attraverso la forza del passaparola del selezionatore, con altre imprese e progetti. Per questo al candidato che non supera la selezione va la mia massima attenzione. Nell’immediato fa parte della mia professionalità dare sempre un feedback a chi mi dedica il proprio prezioso tempo. Ma non li voglio definire scartati. Nel mio processo di selezione il candidato non è mai scartato. Sono persone che non collimano con il momento specifico del progetto, loro infatti saranno i miei candidati di domani. Grazie alle relazioni che costruiamo e manteniamo possiamo trasformare un feedback negativo in una opportunità per crescere e in un futuro rivalutare. È così che il colloquio e la selezione arrivano a trasmettere immenso valore.
Guarda la video intervista a Maria Teresa De Rienzo.
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