Questa settimana un formatore per la sicurezza, uno di quelli bravi, mi ha raccontato di aver deciso di fare il mestiere del RSPP e formatore per essere un po’ un supereroe. Ad un certo punto della sua vita ha deciso di mettere le sue conoscenze di analisi dei rischi e di neuroscienze al servizio di tutti, per fare in modo che sempre meno persone si facessero male, almeno sul lavoro.
D’altronde è un po’ quello che racconta anche Stefano Pancari nella sua dark novel Looks that kill, dove il protagonista Steo insegue la maligna bestia come un supereroe insegue i cattivi.
In effetti chi fa questo mestiere supereroe un po’ lo è davvero, se si pensa che il fine ultimo di tanto arrabattarsi nel trovare il modo migliore di comunicare, di trasmettere concetti, di cercare di cambiare comportamenti altro non è che salvare le persone.
Come se la prevenzione (leggi anche previsione) dei rischi in sé non fosse abbastanza difficile, è sempre più chiaro che non è sufficiente prevedere bene e trasmettere le informazioni sui rischi, ma è anche necessario farlo in modo accattivante affinché queste informazioni raggiungano e siano recepite dai destinatari, e qui studi si sprecano sulla comunicazione efficace.
Eppure il messaggio è chiaro e il fine è palese, ma per qualche ragione non solo il supereroe formatore fatica a farsi ascoltare, ma è anche circondato da sguardi di noia se non addirittura di risentimento in alcuni casi. Si, perché il corso sulla sicurezza è noioso, l’ufficio sicurezza è sempre quello che mette i bastoni tra le ruote e blocca ogni iniziativa, se dovessimo sempre ascoltare quelli della sicurezza non lavoreremmo più. E poi tanto che vuoi che succeda.
E così formatori e HSE ricercano i più efficaci metodi di comunicazione, mettendosi in contatto con i maggiori esperti, provano ad entrare nella mente delle persone attraverso lo studio dei comportamenti umani, trovano modi sempre più originali di trasmettere i concetti che a loro sono tanto cari (invito tutti a dare un’occhiata alla rubrica safety meme di Claudio Compagni, Roberto Bechi, Marco Chelo e Marco Leonetti per farvi un’idea di cosa intendiamo per modi originali).
Cosa porta un operatore della sicurezza a non mollare davanti a tanta difficoltà e spesso poco apprezzamento? La passione e l’urgenza.
Chi fa questo mestiere lo fa perché ne è innamorato, è solo una grande passione che porta a non arrendersi nonostante tutto.
E poi c’è l’urgenza, quella di dire alle persone che, se non cambiano i propri comportamenti, sono in pericolo. Dove tutti vedono noia e bastoni tra le ruote, chi fa sicurezza vede la tragedia scampata, nel migliore dei casi, la tragedia che si sarebbe potuta evitare, nel peggiore.
La gioia che dà riuscire a cambiare anche solo una volta anche solo un comportamento, rendendo le persone più consapevoli è tale da spazzare via qualsiasi insuccesso.
Quel formatore per la sicurezza mi ha detto anche che ognuno di noi può essere un supereroe. Chiunque può essere supereroe di se stesso, proteggendosi, e degli altri, mettendo in atto comportamenti sicuri. Tutti noi possiamo essere supereroi.
David Bowie – Heroes
Though nothing will keep us together
We could steal time just for one day
We can be heroes for ever and ever
What d’you say?
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