Negli ultimi giorni rimbalza nella mia mente una discussione fatta con un collega, una di quelle discussioni che ti martellano nella testa… come i Måneskin. “Sono fuori di testa, ma diverso da loro…“. L’argomento? Obbligo vaccinale. Un argomento di cui tutti noi avremo parlato almeno una volta al giorno, ben prima di Sanremo 2021.
“Parla, la gente purtroppo parla… Non sa di che cazzo parla“.
La salute e la sicurezza sono diritti fondamentali dell’essere umano? Lo sono davvero? Lo sono per tutti? Ma, principalmente, lo sono per noi stessi? Ed allora, quando è successo che si sono trasformati da diritto ad obbligo? Come è potuto succedere?
“Sono fuori di testa, ma diverso da loro…“. Questa cosa mi manda fuori testa! Un loop cervellotico degno dei migliori rock’n’roll degli anni ’80.
È palese a tutti che siano necessarie leggi a tutela dei diritti degli uomini e che impongano obblighi e/o divieti per garantire e tutelare tali diritti – non è di questo che parlo – quello che proprio non mi torna è l’esistenza di leggi ed obblighi che tutelino il diritto alla salute da se stessi, leggi che impongano ai cittadini di tutelare la propria salute (obbligo o diritto?).
L’obbligo di indossare il casco in moto? Obbligo? È necessaria una legge che imponga delle sanzioni per difendere la mia testa da me stesso? Una legge che mi obblighi ad indossare le cinture di sicurezza? Quando è avvenuta questa spaventosa inversione? Da quando il mio diritto di tornare a casa sano è salvo si è trasformato in un “obbligo di legge”?
“Sono fuori di testa, ma diverso da loro…” e soprattutto: perché?
Possibile che siano necessarie delle leggi che impongano ai cittadini ed ai lavoratori di non suicidarsi o di non mettersi in pericolo? Che sia necessaria una legge che consideri reato “penale” non indossare i guanti mentre utilizzo un flessibile? Questa cosa proprio non mi esce più dalla testa. Possibile che non ci sia un modo diverso per risolvere la questione? Che non sia possibile ristabilire il giusto ordine delle cose? Che non sia possibile far sì che i diritti siano diritti?
Inizialmente immaginavo che ci fosse un qualcosa di collegato alla propensione al rischio, quel fattore psicologico che stabilisce quanti biglietti della lotteria comprerai, ma in realtà il discorso non quadra. Dovrei essere in grado di calcolare una valore atteso e di confrontarlo con l’equivalente certo: il valore atteso lo conosciamo (esito dell’incidente) ma l’equivalente certo dov’è? Con cosa viene ripagato il rischio?
Immaginate una sfida alla roulette russa, dove il vostro sfidante vi propone: ‘un colpo solo: se perdi, addio, se vinci, godrai della soddisfazione di aver giocato’. Accettereste?
“Sono fuori di testa, ma diverso da loro…” Possibile che ci sia tanta gente che accetti questa sfida da dover essere necessaria una legge che vieti di giocare?
O forse il problema è che troppa gente ignora le regole del gioco?
“Parla, la gente purtroppo parla… Non sa di che cazzo parla“.
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