1983, con la tragica fine del chitarrista Randy Roads, Ozzy si trova di nuovo ad un bivio e, dopo un anno e mezzo di fatiche, sforna un album molto spesso sottovalutato: “Bark at the Moon”.
L’album, oltre a contenere dei classici, ha avuto il merito di sdoganare l’uso massivo dei synth nel metal.
Il brano “Slow Down” sembra ricordare all’artista stesso l’importanza di togliere il piede dall’acceleratore della vita.
“Bruci la candela da entrambe le estremità…sai che non durerà…con la tua fretta stai sprecando tutto…rallenta…chi va piano e costante vince”.
Siamo stati educati a non perdere tempo. Il tempo deve essere produttivo. Massimizzare la resa. In tutto.
Ma quanto costa occupare costantemente la “Danger Zone”? Quanto pesa il multitasking a chi si è evoluto per porre attenzione a una cosa alla volta?
E’ ormai scientificamente provato che lo stress prolungato logori il sistema immunitario e ci faccia ammalare oltre ad esporci ad una maggiore probabilità di infortuni sia sul lavoro che nella vita di tutti i giorni.
Rallenta. “Slow Down”.
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