Sicurezza Mentale 2.0

di Michele Grigato
Sicurezza Mentale 2.0

Scrive l’ossessivo pensiero nel breve periodo

lavora e mangia cervelli, contamina trame d’aria

avvampa l’ossessivo pensiero

guarda immobile il barlume di pena

Schiaccia l’orologio dello stomaco

secondo cervello

Distrae scelte accantonate

Scrive l’ossessivo pensiero

nel gesto frenetico che assale la notte

Testa e piede, passo sconosciuto

tratta dalla raccolta di poesie inedite “Namas-Tè”

 

Buondì a tutte e a tutti, cari lettori di ROCK’N’SAFE, scusate la latitanza ma spesso la vita ci porta in giro per il mondo con la nostra valigia ricca di sogni, desideri e obbiettivi da raggiungere.

Era dicembre 2023 quando me ne uscivo con l’argomento della “Sicurezza Mentale” e sinceramente ho riscontrato pochi passi avanti, siamo ancora tutti presi dalla frenesia dell’apparire e non dalla voglia di rinascita spirituale e conseguentemente anche materiale. In questi mesi ho girato in lungo e in largo la socialità che ci circonda, in primis negli uffici aziendali e poi nei locali grazie a reading di poesia, concorsi letterari e compagnia bella cantante.

Feedback: “siamo ancora troppo lontani dal benessere mentale”

La Sicurezza Mentale 2.0 si potrebbe denominare “Insicurezza Mentale” e non lo dico certo io, lo dicono gli sguardi, gli atteggiamenti, il senso di diffidenza verso l’altro. Verso ciò che ci circonda e che direttamente o indirettamente alimenta un malessere generale.

Un dato: Siamo al 43° posto in Europa, praticamente ultimi, per il famoso “happiness at work”. L’87%, ripeto, l’ottantasette per 100 delle persone che tutte le mattine si sveglia e volente o nolente lavora, si trova in uno stato catatonico (atteggiamento distruttivo) che ovviamente si ripercuote, energicamente parlando sul proprio presente!!! La conseguenza?

9 persone su 10 immettono, all’unica persona anabolica (costruttiva), la loro insicurezza mentale all’interno della vita altrui e delle organizzazioni che frequentiamo ogni santo giorno.

 

Cari lettori:

Voi vi accorgete di quest’insano meccanismo dilagante?

Ma soprattutto, qualcuno fa qualcosa per diffondere queste importanti informazioni?

Se ne parla nelle Aziende? Ne siamo realmente consapevoli?

Qualcuno istituzionalmente si preoccupa di questo tema?

 

Scatenata sindrome slarga l’ansia

lo spazio mentale, cenere soffocata

L’uomo immobile, ridicolo

crea l’immatura decisione

diventa ideale mira

di un corpo trascurato

tratta dalla raccolta di poesie inedite “Namas-Tè”

 

L’insicurezza mentale slega i buoni propositi di una piccola percentuale di sopravvissuti (13%) che affannatamente cercano di tenere la testa fuori dal pantano, di respirare l’ossigeno puro e non lasciarsi investire dall’ansia di prestazione, dall’over thinking, dalla smania di apparire sempre al top e al passo con l’immagine del professionista di successo.

Dovremmo forse rivedere concretamente il significato naturale di successo?

Dovremmo smetterla di fare i fenomeni?

Dovremmo accettare la nostra condizione di essere umano?

 

Cari lettori:

Lo so, questo è un argomento molto stressante e sono certo che dentro di Voi avvertite il peso e l’importanza delle parole, lo spessore vitale della nostra Sicurezza Mentale e da buon Coach, vi lascio con una proposta:

“perché non sfruttiamo la parola poetica per ri-umanizzare le persone che sono le nostre Aziende?”

 

Vi aspetto al di là del foglio. A presto.

Namas-Tè.

 

 

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