e della sicurezza mentale sul lavoro chi se ne occupa?
La vogliamo lasciare sotto il tappeto? Ancora? Dopo tutta la storia della Pandemia e il distacco che ha creato? Il governo, dice Fedez, ha tagliato i fondi dalla Manovra 2024 sullo psicologo in Azienda. Dove stiamo andando?
Questo è un tema che viene ampiamente sottovalutato da tutti, in primis dai diretti interessati, noi tutti, le Persone. Si continua a testa bassa perché si sa, dobbiamo performare, correre, correre e correre. Dobbiamo dimostrarci super eroi. E alla mente chi ci pensa? Al nostro benessere, quello vero, non quello delle SPA e degli spritz serali. Il Benessere con la B maiuscola, quello che ci fa campare. A che punto siamo culturalmente parlando? In Azienda, cosa ne pensano i vertici? Belle domande vero …
- Turnover
- Mobbing
- Bossing
- Grandi Dimissioni
Siamo davvero sicuri che basti dimettersi per superare una situazione tossica protratta nel tempo? Quello che ho scoperto, sulla mia pella, è che, quando vivi un’ambiente tossico, quando hai rapporti tossici, volente o nolente il tuo corpo e la tua psiche ne risente e più fai finta di niente, più cerchi di sviare le situazioni, più queste si ripropongono con maggiore forza.
Ma soprattutto: “creano delle fratture interne” difficili da sanare.
Psychological safety la chiamano in alcuni articoli di approfondimento, espressione coniata da Amy Edmonson, professoressa alla Harvard Business School. Essa è la convinzione condivisa nel gruppo di lavoro di sentirsi al sicuro nel correre dei rischi. Vivendo da oltre 15 anni in gruppi di lavoro, potrei raccontarne di cotte e di crude sulle organizzazioni che “purtroppo” ho visto e toccato con mano. Piccole, medie e grandi Aziende. Nel calderone ci finiamo tutti ovviamente. Che fare, oggi, nel 2023?
Un primo passo, concreto, sarebbe già parlarne liberamente in Azienda. Creare eventi di sensibilizzazione, chiedere ai propri colleghi se si sentono Mentalmente sicuri. Usufruire gratuitamente di uno psicologo interno sarebbe chiedere troppo? Perché ci occupiamo così marginalmente della nostra salute?
D’altronde il corpo è solamente il tempio della nostra anima, se vogliamo usare una metafora poetica.
Ancora una volta, credo che la Poesia assieme ad altri strumenti più conosciuti, possano accorciare il divario culturale, emozionale che ancora oggi divide Persone e Organizzazioni. Domande, domande, domande. Troppe domande Voi mi direte in questo articolo di Michele.
Ma Voi, sinceramente, avete qualche risposta? Vi siete mai posti queste domande?
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