Semplice è difficile

di Allegra Guardi

“Less is more”. Un’affermazione stra-celebre che alcuni attribuiscono – sbagliando – al compianto Steve Jobs. In realtà è una frase proverbiale che nel mondo anglosassone veniva usata fin dall’Ottocento e che è stata portata alla ribalta dall’architetto tedesco Ludwig Mies van de Rohe.

In significato, comunque, è noto a tutti: ha molta più forza l’essenziale da solo che infiocchettato, talvolta pure male, con nastri di superfluo.

Nel mio lavoro sono abituata a ragionare sempre su come rendere più semplice un messaggio. In comunicazione, ciò che funziona con poche parole è sempre preferibile rispetto allo stesso concetto espresso con il doppio dei termini.

Addirittura, quando si scrive per il web ma anche quando si elaborano i testi per un poster, c’è chi ritiene che per essere efficaci si debba superare il “Twitter test”, ovvero che quello che si sta scrivendo debba “funzionare” in meno di 140 caratteri (anche se adesso il limite sul social dell’uccellino è stato aumentato).

La soglia dell’attenzione delle persone oggi è molto bassa. È un dato di fatto.

Già nel 2015 una ricerca svolta da Microsoft in Canada sentenziava che la nostra soglia dell’attenzione fosse di appena 8 secondi, inferiore a quella dei pesci rossi che è di 9.

In un contesto del genere come ci si può aspettare che l’informazione sulla sicurezza, che è quasi sempre complicata, venga non dico capita ma anche solo recepita!

Fra l’altro molti mestieri ad alto rischio vengono svolti da persone con un livello di istruzione più basso, talvolta stranieri con una parziale conoscenza della lingua italiana.

Stiamo davvero dando a quelle persone l’opportunità di essere informati?

È centrale tenere sempre ben in mente: ognuno è responsabile della propria comunicazione. Significa che se l’altro non ti capisce, la responsabilità è tua, non sua. Sei tu che non hai formulato la tua comunicazione in modo tale che l’altro potesse comprenderti. Per questo io, per trasmettere messaggi legati al mondo Safety, mi impegno a tradurre i concetti in frasi semplici e mi avvalgo delle immagini per esprimerli in modo più immediato. La comunicazione visiva è un linguaggio molto più universale di quello scritto. Non è molto diverso da quello che fa una rockstar con la musica. Nella storia del rock sono state scritte canzoni con testi bellissimi, basta pensare a “Bohemian Rhapsody” dei Queen, “Blowin’ in the wind” di Bob Dylan o “Sunday bloody sunday” degli U2. Ma a renderle memorabili e indelebili nella nostra memoria è stata la melodia. Quelle stesse parole senza la musica non avrebbero avuto lo stesso potere.

Le parole devono passare dal nostro cervello razionale prima di raggiungere la porta delle emozioni. Le immagini invece, proprio come la musica, hanno un accesso VIP che non richiede passaggi intermedi.

Allora perché non tutti comunicano in modo semplice?

Perché è difficile, dannazione. È molto più difficile – e più lungo –  fare proprio un concetto al punto dal riuscire a distinguere l’essenziale dal superfluo che annegare tutto in un Tavernello di parole. “Nel più ci sta il meno”, dicono. Se ripropongo tre paginate di roba così com’è, nel mezzo ci saranno anche le informazioni davvero importanti, no? Nì. Esserci ci sono, ma nessuno le leggerà… se non dopo che è successo qualcosa di sgradevole e allora occorrerà scoprire cosa effettivamente c’era scritto di fare o non fare.

La buona notizia è che se sei un HSE o un RSPP allora sei abbondantemente competente in materia di sicurezza. Hai chiaro quale sia il vero punto focale di una norma. Il resto è allenamento mentale e di comunicazione. La “deformazione” professionale spesso è la ragione che ti spinge a impiegare una comunicazione complessa, del resto sei abituato a quella e proprio perché ci sei abituato, non ne percepisci l’incompresibilità per i più. Suggerisco allora il “test della nonna”: se riesci a farlo capire a tua nonna, allora hai fatto bingo.

Finché il tuo messaggio non è stato compreso dal destinatario, è come se non lo avessi formulato: non hai veramente comunicato ad una persona di comportarsi in modo sicuro, finché non comincia a farlo.

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