Sciogliamo subito il ghiaccio, come ti chiami e quale ruolo rivesti in azienda?
Mi chiamo Claudia Zanella e sono HSE Manager per aziende multisito ormai da qualche annetto.
Come ti sei avvicinato/a a questo lavoro e cosa ti ha fatto capire che questo è il lavoro giusto per te?
Mi sono avvicinata al mondo HSE quasi per caso: avevo risposto ad un annuncio per una posizione diversa, quando l’azienda mi ha conosciuta, mi ha dirottata verso il settore HSE, dove l’allora manager ha ritenuto che le mie caratteristiche, soprattutto caratteriali, si sposassero bene con l’attività.
Allora non avevo mai valutato di poter essere adatta a lavorare nel settore HSE, che conoscevo molto poco, ma con la pratica quotidiana ho capito che fosse assolutamente il tipo di lavoro più adatto a me: il fatto di dover essere rigorosa nell’applicazione delle normative e il fatto di sapere che le finalità professionali siano nobili mi mantiene sempre nella giusta prospettiva e mi fa perseverare, nonostante gli ostacoli che si possono incontrare.
Nel corso della tua carriera qual è stato l’episodio che ricordi con più piacere e quale con meno?
Per atteggiamento cerco sempre di ricordare la parte migliore dei vari episodi: il riconoscimento del successo di un collaboratore mi provoca moti di orgoglio, il riconoscimento di una mia mancanza nei confronti di un collaboratore mi provoca sconforto, ma anche la necessità di rimettermi in discussione e di capire come non incappare più in quella mancanza. I ringraziamenti sentiti da parte di colleghi mi confortano quando invece ottengo atteggiamenti di perplessità o indifferenza.
Hai mai dovuto affrontare un grave infortunio di un collega? Se sì raccontaci la tua personale esperienza.
Sì, ho purtroppo dovuto affrontare più di un infortunio grave durante la mia attività. Sono stati momenti intensi: oltre alla sensazione di fallimento personale e di empatia nei confronti del dolore provato dai colleghi, ho fatto esperienza della necessità di reagire immediatamente con dedizione e competenza per la gestione degli aspetti burocratici e tecnici, e della mia incredulità nei confronti della causa ultima degli eventi: scarsa consapevolezza dei rischi.
È la mia esperienza, quindi non necessariamente allineata alle statistiche ufficiali, ma è quanto mi fa orientare maggiormente nel tipo di lavoro che faccio con i colleghi. Cerco di sradicare atteggiamenti e comportamenti incauti, e diffondere la consapevolezza dei rischi connessi con le attività quotidiane, che non sono solo quelle professionali.
Quali sono le soft skills che un/una professionista del mondo della salute e sicurezza sul lavoro deve assolutamente avere?
Ritengo che chi si occupa di salute e sicurezza sul lavoro debba essere estremamente motivato alla pazienza di presentare queste tematiche a persone che non hanno nessun interesse in merito.
Deve essere una persona caparbia nella sua intenzione di voler convincere le funzioni apicali che in generale la sicurezza sia un investimento a lungo termine, che non necessariamente darà i suoi frutti in termini meramente economici, ma che, correttamente applicata e supportata, darà ai lavoratori la sensazione di essere importanti per sé stessi e non solo per la loro funzione, e darà quindi alle aziende anche un vantaggio reputazionale, spendibile laddove ritenuto opportuno.
Cosa ti aspetti nel futuro della salute e sicurezza sul lavoro? Pensi che le nuove generazioni siano più attente a queste tematiche?
Voglio essere ottimista: sto vedendo attenzione alla salute e sicurezza sul lavoro anche da parte di enti incisivi nella crescita individuale come le scuole; questo sicuramente porterà il risultato di ragazzi che già masticano i concetti di salute e sicurezza prima di entrare nel mondo del lavoro.
Ritengo che le nuove generazioni, educate meglio della mia in materia di sicurezza, abbiano le basi per essere più attente alla tematica, ma che comunque dovranno essere sempre supportate dal nostro esempio per esserlo con convinzione.
Per concludere, quale consiglio daresti a un giovane che si avvicina a questa professione?
Di crederci, di metterci passione, di adottare i principi della sicurezza come abito mentale sempre.
Di imparare dai propri errori, e di fare un buon corso di formazione per sviluppare doti di persuasione!
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