Sciogliamo subito il ghiaccio, come ti chiami e quale ruolo rivesti in azienda?
Ciao mi chiamo Giordano Bruno Butturini e attualmente ricopro il ruolo di QHSE & Facility Manager.
Come ti sei avvicinato/a a questo lavoro e cosa ti ha fatto capire che questo è il lavoro giusto per te?
Ho approcciato il settore della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nel lontano 2008, all’epoca mi occupavo di gestione emergenze e security. Sono sempre stato attratto dal poter fare qualcosa di buono per gli altri, il Dlgs 81/08 era appena stato emanato e leggendolo capii che stava dando una maggior spinta alla tutela delle persone nei luoghi di lavoro.
Decisi di frequentare i corsi per l’abilitazione da RSPP e da lì iniziò tutto.
Nel corso della tua carriera qual è stato l’episodio che ricordi con più piacere e quale con meno?
Nella mia carriera ho avuto molti episodi piacevoli, uno fra tanti è stato il mio primo corso di formazione presso Ferrari a Maranello. Nel 2018 andai presso la sede di Maranello per un corso attrezzature, il feedback fu molto positivo. Per quanto riguarda la cultura della sicurezza il progetto che ricordo con più piacere fu l’applicazione del sistema BBS (Behaviour Base Safety) all’interno di un’officina metalmeccanica presso la quale avevo la nomina di RSPP esterno. Dopo un anno dall’applicazione ci fu una riduzione dei near miss del 4%, con un miglioramento del trend di anno in anno, per me fu una grande soddisfazione.
Gli episodi più spiacevoli sono principalmente legati ad infortuni, per me ogni infortunio è una sconfitta.
Hai mai dovuto affrontare un grave infortunio di un collega? Se sì raccontaci la tua personale esperienza.
Nei miei 16 anni di esperienza lavorativa ho vissuto alcuni infortuni gravi e mano gravi. All’inizio della mia esperienza lavorativa intervenni, come squadra emergenza, ad un infortunio mortale accaduto ad un collega. Preferisco non dettagliare l’accaduto ma posso solo dire che il fatto è capitato per una seria di leggerezze da parte di tutte le parti in causa. Purtroppo l’abitudinarietà porta ad un calo fisiologico dell’attenzione, che in aziende al alto rischio può provocare situazioni spiacevoli. Il rispetto delle procedure e la consapevolezza di ciò che si fa è fondamentale per evitare che accadano incidenti e di conseguenza infortuni.
Quali sono le soft skills che un/una professionista del mondo della salute e sicurezza sul lavoro deve assolutamente avere?
Le soft skills che un professionista della sicurezza deve assolutamente avere sono: capacità comunicativa, empatia e leadership. A mio avviso queste tre skills sommate alle competenze tecniche possono portare grandi risultati in termini di miglioramento e sensibilizzazione in ambito salute e sicurezza nelle nostre aziende.
Cosa ti aspetti nel futuro della salute e sicurezza sul lavoro? Pensi che le nuove generazioni siano più attente a queste tematiche?
Penso che le nuove generazioni siano più sensibili ai temi della salute e della sicurezza, possiamo dire che le nuove generazioni voglio lavorare in sicurezza. Grazie anche alle innovazioni tecnologiche, le aziende potranno avere maggiori strumenti per tutelare i lavoratori prevenendo infortuni e malattie professionali.
Per concludere, quale consiglio daresti a un giovane che si avvicina a questa professione?
Ai giovani che si avvicinano al mondo della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro posso dire che per fare il nostro lavoro ci vuole; passione, pazienza, perseveranza e voglia di essere sempre aggiornati. La salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è in continua evoluzione e bisogna aver voglia di aggiornarsi in continuazione. Il consiglio che do è dare il massimo sempre e puntare al miglioramento continuo non accontentandosi mai dei risultati raggiunti ma puntando sempre al meglio.
Non è una professione ma è una missione.
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