Sciogliamo subito il ghiaccio, come ti chiami e quale ruolo ricopri in azienda?
Ciao a tutti, mi chiamo Thomas Ronzan e sono uno dei soci fondatori di NECSI srl. Oggi ricopro il ruolo di Amministratore Delegato nella Holding che controlla le aziende del Gruppo NECSI e mi occupo prevalentemente di organizzazione e gestione aziendale. Mi sono riservato però ancora un piccolo spazio per fare attività di consulenza per alcuni clienti, per non perdere vista del tutto la parte più bella ed interessante del nostro lavoro.
Come ti sei avvicinato a questo lavoro e cosa ti ha fatto capire che questo è il lavoro giusto per te?
Ancora studente ho iniziato ad affacciarmi al mondo del lavoro grazie alla Junior Enterprise di Ingegneria Gestionale di Vicenza. Tra il 1994 e 1995 è entrata in vigore la 626 e nell’occasione abbiamo iniziato a collaborare con una società che si affacciava a questo nuovo mondo implementando i primi modelli di DVR e di approccio al tema della consulenza sulla sicurezza. Dopo la laurea con uno dei miei più cari amici abbiamo fondato nel 1997 la NECSI srl e dopo più di 26 anni continuo ad occuparmi di sicurezza con passione.
La mia quotidianità è molto cambiata nel frattempo, ma la passione per l’argomento rimane solida.
Nel corso della tua carriera qual è stato l’episodio che ricordi con più piacere e quale con meno?
Nei primi anni abbiamo lavorato tanto, non c’erano sabati e domeniche e spesso si faceva tardi alla sera. È stato un periodo intenso, ma stimolante e mi manca in un certo senso quell’entusiasmo e quella spensieratezza a cui ripenso con nostalgia.
In questi anni ho conosciuto tante persone che hanno lavorato con noi e ho di tutte o quasi un bel ricordo. Qualche anno fa abbiamo avuto a che fare purtroppo con un collaboratore che si è comportato in modo scorretto, se non addirittura disonesto, e questa è forse la cosa che ricordo con maggior dispiacere.
Hai mai dovuto affrontare un grave infortunio di un collega? Se si raccontaci la tua personale esperienza
Di infortuni ne ho visti e gestiti molti purtroppo, fortunatamente dal punto di vista esterno del consulente o RSPP e non con un coinvolgimento personale diretto. Ricordo in modo particolare un sopralluogo in un bosco sul monte Grappa per fare dei rilievi a valle di un infortunio mortale di un boscaiolo che era rimasto schiacciato da una pianta durante una operazione di disboscamento. C’era il datore di lavoro e gli avvocati e abbiamo ricostruito la dinamica di quanto accaduto.
Non dimenticherò mai l’atmosfera irreale che ci circondava, difficile da spiegare a parole.
Quali sono le soft skills che un professionista del mondo della salute e sicurezza sul lavoro deve assolutamente avere?
È necessario saper comunicare in modo efficace a tutti i livelli della gerarchia aziendale, dalla figura apicale al singolo e semplice operaio. Con tutte le figure è importante entrare in relazione e creare un rapporto autentico e diretto. Solo in questo modo si può provare ad incidere in modo concreto sul cambiamento per migliorare la sicurezza in azienda.
È poi molto importante avere sangue freddo e riflettere razionalmente sulle questioni che si pongono. Ho imparato a mie spese che fretta e impulsività possono eventualmente risolvere le questioni del breve ma non portano mai soluzioni definitive che risolvano i problemi alla radice.
Infine serve resilienza per riuscire a migliorare dopo che accadono eventi negativi, che purtroppo nel nostro lavoro possono capitare.
Cosa ti aspetti nel futuro della salute e sicurezza sul lavoro? Pensi che le nuove generazioni siano più attente a queste tematiche?
L’attenzione al tema della sicurezza continua a crescere nella collettività e nel modo del lavoro, questo fatto è sicuramente positivo e mi aspetto che la tendenza continui in questa direzione anche per il futuro. Inevitabilmente quindi penso e spero che anche i giovani avranno in futuro una sensibilità maggiore per questi temi.
Per concludere, quale consiglio daresti a un giovane che si avvicina a questa professione?
È un lavoro interessante e stimolante che richiede curiosità e pazienza e soprattutto esperienza. Il mio consiglio quindi è di affiancarsi con umiltà a persone esperte che possano aiutare a crescere soprattutto nelle prime fasi, senza fretta. Il vostro momento per spiccare le ali arriverà presto ma serve prima qualcuno che vi insegni a volare.
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