PIT AREA’S VOICES #04 – Salvatore Zirano, Architetto Iunior

di Rock'n'safe
Salvatore Zirano

Sciogliamo subito il ghiaccio, come ti chiami e quale ruolo ricopri in azienda?

Mi chiamo Salvatore Zirano, ho 59 anni e sono un Architetto Iunior libero professionista. Principalmente mi occupo di sicurezza come Coordinatore nei cantieri e come formatore nei corsi di formazione professionale. Lavoro prevalentemente in Sardegna, ma ogni tanto seguo cantieri nella penisola, specialmente nel Lazio.

 

Come ti sei avvicinato a questo lavoro e cosa ti ha fatto capire che questo è il lavoro giusto per te?

Mi sono avvicinato e ho conosciuto questo ambito lavorativo dopo aver frequentato il primo corso di Coordinatore per la Sicurezza nel 1997, in seguito ho sviluppato e approfondito il tema nei miei vent’anni di occupazione presso un’azienda industriale dove dirigevo i lavori di manutenzione delle imprese esterne e del personale interno. In quell’occasione e grazie alla corposa formazione fatta in azienda, mi sono letteralmente appassionato all’applicazione di quanto appreso e poi sperimentato direttamente sul campo.
Di questo ne faccio un punto di forza ogni volta che mi occupo di formazione professionale, non si può raccontare qualcosa che non si è vista e fatta in prima persona, vieni scoperto e screditato subito dai tuoi discenti!
Cosa mi ha fatto capire che questo è il lavoro giusto per me? Semplice, mi viene bene e mi trovo bene nel farlo. Inoltre ho il continuo conforto e supporto dei colleghi e dei miei committenti che non mancano mai di gratificare il mio operato.

 

Nel corso della tua carriera qual è stato l’episodio che ricordi con più piacere e quale con meno?

Non ho episodi specifici in merito, né positivi né negativi, sicuramente ricordo con molto piacere tutte le volte che un datore di lavoro o un lavoratore discute con me delle buone soluzioni da applicare in materia di sicurezza e poi le mette in pratica. Di contro metto quando questo non succede, specialmente quando non riesco ad incidere sul pensiero e sugli atteggiamenti di alcuni operatori.

 

Hai mai dovuto affrontare un grave infortunio di un collega? Se sì raccontaci la tua personale esperienza.

No, non ho mai dovuto affrontare un grave infortunio né di un collega né di nessun altro operatore con cui sono stato a contatto nei miei cantieri; spero che questo sia avvenuto per la mia competenza e professionalità nello svolgere il mio lavoro e non certo sia legato alla fortuna (fattore a cui non credo mai) che come ormai abbiamo imparato ad enunciare “non è un DPI”!

 

Quali sono le soft skills che un professionista del mondo della salute e sicurezza sul lavoro deve assolutamente avere?

Credo che una capacità importante di un professionista nel mondo della salute e sicurezza debba assolutamente avere, sia quella di capire nel più breve tempo possibile il mondo del lavoro in cui sta operando, inquadrare subito con chi si a che fare e in quale ambito lavorativo si sta esercitando, per poter applicare e adeguare al caso tutte le strategie necessarie; ogni ambito lavorativo è diverso, ogni lavoratore è diverso, la sicurezza sul lavoro è un abito che va cucito su misura ad ogni situazione.

 

Cosa ti aspetti nel futuro della salute e sicurezza sul lavoro? Pensi che le nuove generazioni siano più attente a queste tematiche?

Vista l’attuale situazione e il modo in cui ci siamo arrivati non prevedo sconvolgimenti, si continuerà così con un lento, lentissimo ma costante miglioramento, d’altronde questo è quello che ad oggi è successo, non si può negare che le cose siano migliorate dagli anni cinquanta (data delle prime leggi efficaci) ad oggi. Certo non migliora ciò che oggi consideriamo più importante e cioè la presa di coscienza sull’importanza della materia, o meglio anche questa sicuramente migliora ma in maniera ancora più lenta del resto. Non vedo soluzioni nel breve termine, in Italia perlomeno si continua purtroppo ad applicare “un sistema prevenzionale da manutenzione a guasto” (Ing. Catanoso cit.) e, per mia esperienza, non vedo maggiore attenzione nelle nuove generazioni.

 

Per concludere, quale consiglio daresti a un giovane che si avvicina a questa professione?

Studia, mantieniti aggiornato, approfondisci sempre la conoscenza dei tuoi ambiti lavorativi, non mollare mai la presa, non farti prendere “a stanca” dagli operatori del settore e dai tuoi interlocutori che vogliono solo distrarti e driblarti, ma soprattutto non lavorare con il solo principio di “fare ciò che devo (per la legge)” ma con quello che dice “faccio tutto ciò che posso” perché nessuno si faccia male.

 

 

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