Non mi ha mai convinto il concetto di resilienza, seppure così in voga in questi ultimi anni.
Evoca la possibilità che si possa tornare a una condizione passata, dopo aver affrontato eventi indesiderati o forti; un tornare in quella area di comfort stabile e poter agire, decidere e operare scelte come se nulla fosse accaduto. La resilienza è un concetto che appartiene al secolo scorso, ed è ormai dimostrato quanto questa strategia, questo approccio mentale agli eventi sia inidoneo ad accompagnare persone e organizzazioni attraverso le turbolenze con successo.
Vero è che ognuno di noi risponde alle avversità in modo differente: c’è chi reagisce rapidamente, chi resiste, chi si adatta, chi si protegge.
Tuttavia per essere più forti, pronti ad affrontare i cambiamenti in modo costruttivo e migliorare, è indispensabile diventare anti-fragili.
È stato Nassim Nicholas Taleb, esperto di statistica, filosofo ed economista libanese, a coniare questo termine e per comprenderlo è necessario definire il suo diretto opposto: la fragilità.
Un sistema è fragile quando subisce eventi che possono comprometterlo o distruggerlo. Essere anti-fragili è diverso dall’essere resilienti o robusti: è la capacità di convogliare le energie che si liberano quando arriva lo stress per diventare più forti attraverso la difficoltà.
Non possiamo più essere resilienti: dobbiamo abbracciare l’imprevisto, le difficoltà, i cambiamenti e utilizzarli come leve per evolvere.
L’ antifragilità ci incoraggia a considerare lo stress e l’incertezza come opportunità di crescita e apprendimento.
Come dice Taleb: “…alcune cose traggono vantaggio dagli shock; prosperano e crescono se esposti a volatilità, casualità, disordine e fattori di stress, e amano l’avventura, il rischio e l’incertezza. Eppure, nonostante l’ubiquità del fenomeno, non esiste una parola per l’esatto contrario di fragile. Chiamiamolo antifragile. L’ antifragilità va oltre la resilienza o la robustezza. Il resiliente resiste agli urti e rimane lo stesso; l’antifragile migliora.”
Avremmo tutti bisogno di diventare dei Pokemon capaci di affrontare le difficoltà ed evolvere continuamente così che ogni nostra ultima versione sia più forte e più capace di quella precedente.
Per riuscirci, è necessario acquisire una mentalità forte e antifragile, considerare la vita come un viaggio continuo di apprendimento, sperimentazione e adattamento, in cui è necessario:
– resistere all’impulso di sopprimere la casualità e accogliere l’imprevisto, il disagio, l’incertezza come condizioni naturali della vita in cui è possibile coltivare la propria crescita
– accrescere la propria auto-efficacia, per essere proattivi e motivati ad agire con spirito d’iniziativa
– migliorare la capacità di generare risposte creative ai problemi, imparare ad assumersi rischi fuori dalla zona di comfort
– non temere il fallimento ma utilizzare gli errori come opportunità di miglioramento personale
– praticare la consapevolezza emotiva per essere sempre allineati con il proprio mondo interiore
– introdurre intenzionalmente piccole dosi di stress nella propria vita per allenare l’apertura e la disponibilità a gestire questo tipo di situazioni.
Per mia esperienza diretta, tutto parte dalla comprensione che resistere al cambiamento richiede molte più energie emotive e mentali, che andranno peraltro sprecate, piuttosto che accoglierlo.
Il cambiamento è ineluttabile, e accade comunque mentre chi vi resiste si affanna a costruire strutture e forme mentali atte a camuffarlo; tuttavia arriverà un momento in cui questi artifizi non riusciranno più nel loro scopo e in quel momento tutta la potenza di quel cambiamento ormai consolidatosi da tempo arriverà con il suo impatto prorompente, trovandoci sprovvisti e fragilissimi.
Nell’accoglierlo e di conseguenza nell’apprendere come affrontarlo per potersi costruire un proprio benessere e nuovo equilibrio nelle condizioni che si sono configurate, si impegnano proficuamente le proprie energie per acquisire capacità e nuove cognizioni ed elaborare stati emotivi che ci renderanno più forti e anti-fragili e si impara a sentirsi al sicuro anche affrontando l’ignoto e l’incerto.
Taleb descrive l’antifragilità come una fiamma che brucia più intensamente con il vento anziché spegnersi (fragilità) o rimanere accesa come una candela (resilienza). Possiamo ardere insieme con maggiore intensità con i venti inevitabili che verranno.
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