Gli strumenti di connessione sono stati preziosi per tenerci in contatto durante i due anni di pandemia. Ma hanno cambiato la nostra vita quotidiana, tanto che sentiamo il diritto alla disconnessione, poiché hanno creato situazioni di difficile equilibrio casa – lavoro.
Oggi più che mai sentiamo il bisogno di salute mentale. Ma che cos’è la mental health?
È uno stato di benessere in cui ti senti realizzato, che ti permette di superare le tensioni della vita quotidiana, di svolgere un lavoro produttivo e di renderti utile alla tua comunità. Le neuroscienze raccontano che aiutare gli altri ci dà un senso di appagamento e fa bene alla salute mentale!
Un po’ di stress però fa bene, l’Eustress ci dà la forza per affrontare le sfide quotidiane, un eccesso di distress ci annichilisce.
Ci sono parecchie soluzioni per ridurre lo stress. Relax nuoto, lettura, mindfulness.
Fare una passeggiata, parlare con le persone positive ci dà anche degli stimoli. La lista del “fatto” piuttosto della stressante lista “da fare”.
Aiuta anche leggere dei buoni libri: sull’argomento si segnala “Il potere delle abitudini” e “Una vita senza stress”.
Come superare lo stigma della “salute mentale”? Perché andare da un coach per il fisico è la norma ma andare da uno specialista della salute mentale è uno stigma?
Come creare uno spazio protetto in modo che ciascuno possa sfruttare l’occasione di confrontarsi con uno che comprende questo stato di salute?
La pillola di saggezza di oggi è:
“Un minuto all’ora, un’ora al giorno, un giorno al mese fare qualcosa che ci conduca al benessere. Delle routine che ci aiutino a togliere lo stress della giornata. Pillole di vacanza.”
Fin dai “Tempi moderni” del film di Chaplin ci sono organizzazioni tossiche che non permettono ai dipendenti di esprimere il proprio potenziale.
Mens sana in corpo sano. Diamo meno peso al giudizio altrui e facciamo qualcosa per noi!
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