Stamattina mi sono intrattenuta in una conversazione interessante su ClubHouse (Besafe, tutti i venerdì alle 8:15, registrazioni su https://www.rocknsafe.com/category/be-safe/) sullo stress e la sua gestione, in cui ogni partecipante ha fornito la sua personalissima ricetta d’evasione.
In questo contesto conviviale, di conversazione tra professionisti, che si confidano reciproche esperienze e strategie si è fatta largo dentro di me l’idea di pensare allo stress come a quell’ingrediente misterioso che ti svolta o ti rovina un piatto;
Ebbene sì! Perché c’è stress e stress! Ce n’è di quello buono (l’eustress) che, come un pizzico di sale o un po’ di peperoncino ti dà quella marcia in più, e poi quello (il distress) che quando esageri (bleah!) rende tutto immangiabile e quel piatto vuoi solo metterlo da parte e pensare ad altro;
Il difficile è, proprio come per il sale o il peperoncino, trovare la dose giusta, quella che va bene per te, la sai solo tu e non è detto che quel tocco di peperoncino che a te “gusta mucho” non renda per un altro il piatto immangiabile.
E allora come si fa? Come trovare il livello giusto? Quello più produttivo?
Ci sono a mio avviso tre soluzioni:
1. La prima è che la carbonara te la cucini da solo ovvero trovi il tuo livello soglia, quello da non superare, e quindi, di contorno, la tua strategia per rimanere all’interno di quel range di benessere mentale ed endorfine che “te gusta”; vi serve qualche idea per recuperare energie? Lettura, mindfulness, coaching, passeggiate, serie TV, sport, volontariato, respirazione,… insomma una qualsiasi attività che raggiunto il livello soglia ti consenta di non superare il limite e rientrare nei ranghi.
2. Costruire buone relazioni: è risaputo che una buona compagnia ti fa passare una serata piacevole anche se quello che ti hanno dato da mangiare non è stato il top, così, in azienda come a tavola, buoni rapporti con i colleghi e nell’ambiente di lavoro riducono livelli di stress dannosi.
3. L’azienda: quando tutto intorno a te è perfetto: location, dinero, mood, siamo tutti disposti a farci andare una carbonara non proprio perfetta perché il resto compensa, in un’organizzazione in cui l’ambiente è piacevole, hai i tuoi spazi, c’è flessibilità d’orario, il tuo posto di lavoro è vicino casa, immerso nel verde e con l’asilo aziendale interno, beh è facile immaginare che queste variabili avranno una certa influenza sull’alleggerire il livello di stress e non farlo diventare negativo.
Ma se sei un povero RSPP/ASPP/ HSE alla ricerca di soluzioni per la tua azienda, come si può fare per creare la ricetta perfetta?
Puoi seguire un grande classico in materia di stress- lavoro correlato : il metodo INAIL, con questo vai sul sicuro, così come guanciale, rosso d’uovo e pecorino analizza gli eventi sentinella, i fattori di contenuto e i fattori di contesto e questi sono in grado di fornirti la ricetta giusta per capire dove intervenire. Detto questo però “gustibus non disputandum est” ed ogni organizzazione è a sé: ci sono alcune più strutturate, alcune più aperte, altre più chiuse, alcune più portate culturalmente ad affrontare certi temi, altre meno, a quel punto lavorare sul mix degli elementi 1,2,3 può giocare a favore del benessere di tutte le persone che lavorano in quell’azienda, perché come negli spot pubblicitari: “un’azienda felice è un’azienda più produttiva”, può, a sentimento, essere d’aiuto mettere a disposizione dei commensali (i lavoratori) sale e peperoncino intesi come attività di coaching, sportello psicologico, programmi WHP ~ work health promotion… non è detto che tutti ne facciano uso ma certo male non fa.
Concludendo la ricetta perfetta per combattere lo stress quando diventa dannoso non c’è, perché è generato, così come il benessere organizzativo, da un insieme di fattori; in questo caso come nelle migliori ricette la combinazione perfetta è quella che piace a voi e in cui vi trovate bene panna e pancetta compresi.
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