Protagonista del nostro Live di oggi è Fabiana Andreani, formatrice e infuencer @fabianamanager
Fabiana, ci racconti la tua attività?
Lavoro da circa 10 anni nella formazione post laurea, metto in contatto talenti che escono dall’università con il mondo del lavoro, attraverso percorsi di formazione e master.
Lavori tanto con i ragazzi, quindi?
Esatto. Ho messo insieme delle consapevolezze, come le paure dei ragazzi, che erano anche le mie, le indecisioni, i percorsi a zig zag, assieme alle paure delle aziende quando devono selezionare un giovane.
Hai applicato le tue competenze sui social, dove sei molto attiva!
Sì! Così è nato il mio alter ego @fabianamanager, inizialmente su Tik Tok, poi su Instragram, dove do consigli per affrontare le incertezze tipiche di chi si avvicina al mondo del lavoro. Lo sviluppo di questo approccio è nato ascoltando i ragazzi, cercando di entrare in sintonia con loro, per valorizzare le loro competenze.
Quali differenze hai riscontrato nel modo di vedere il mondo del lavoro dei giovani con quello che hanno le aziende?
C’è una discrepanza negli obiettivi: l’azienda vuole persone operative, tendenzialmente sin da subito, il giovane cerca qualcuno che lo formi, una struttura che lo valorizzi e investa su di lui. Chi esce dall’università magari non è pronto a parlare lo stesso linguaggio delle aziende, che a volte fondano il loro vantaggio competitivo di essere leader di settore. Tuttavia bisogna ricordarsi di essere autorevoli, ma non autoritari!
Come rispondono i ragazzi al tuo stile comunicativo?
I giovani si avvicinano ai miei canali perché mi pongo sul loro piano, gli dico “Ci sono passata anch’io, anch’io ero come te!”. In questo modo la comunicazione attecchisce e passa il messaggio di positività e impegno. Un giovane è portato a vedere tutto bianco o tutto nero. Io lavoro molto per favorire un atteggiamento responsabile e maturo, ma positivo. Tutto è ancora nelle tue mani e puoi essere l’artefice del cambiamento.
Come è cambiato il processo di selezione negli anni?
Fino a qualche anno fa eravamo abituati a considerare il momento della selezione come un esame, totalmente asimmetrico a favore dell’azienda. Oggi l’esperienza del candidato conta tanto e facendo le selezioni anche l’azienda si espone.
Cosa pensi di come vengono comunicati in certi contesti i valori della salute e della sicurezza?
I corsi sulla sicurezza sono importanti, ma dovrebbero essere divulgati con un registro che sia comprensibile. Deve essere riconosciuto il momento formativo, non devono considerarsi come un pro-forma.
Leggi qui l’intervista a Fabiana Andreani nella nostra rubrica “TELL ME WHY“.
Articolo e postproduzione video di Graziano Ventroni
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