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Marina, quando hai iniziato a lavorare nel mondo della sicurezza?
Ho iniziato all’università, circa 11 anni fa. Ho frequentato architettura e ingegneria civile. Lì ho seguito un corso sulla sicurezza nei cantieri. Ho fatto poi la tesi sulla sicurezza e sulla percezione del rischio. In seguito ho iniziato subito a lavorare nei cantieri.
Quale scopo ti sei prefissata in questo mondo, nel tuo lavoro?
In Italia c’è ancora molto da lavorare sulla cultura della sicurezza. Basti pensare a quanta fatica si è fatta per convincere le persone sull’utilità delle cinture di sicurezza in auto! Il mio scopo è cercare di migliorare questa situazione, di creare interesse e attenzione per le tematiche di questo ambito.
Qual è il modo migliore per trasmettere questi valori?
La formazione. Introdurre la cultura della sicurezze già nelle scuole. La formazione è lo strumento, ma deve essere dinamica, far parlare le persone, anche attraverso metodi alternativi, ad esempio mi è capitato di utilizzare anche spettacoli teatrali. Si ottiene più efficacia con la presenza e il contatto diretto che con le slide. Cambia il modo di percepire se entri in contatto con persone che davvero ci credono nella sicurezza.
Cosa ti dà più soddisfazione di questo lavoro?
Sapere di aver toccato le corde giuste. Faccio un esempio: dopo circa un anno ho incontrato un lavoratore che aveva partecipato a uno spettacolo, mi ha riconosciuto (nonostante avessi anche la mascherina) e mi ha ringraziato!
Che consiglio daresti a chi si affaccia a questo mestiere e a questo mondo?
Quello di non smettere mai di pensare che ne vale la pena, anche nei momenti più difficili, quando sembra che nessuno ti ascolti e sembra di trovarti un muro davanti.
Articolo e postproduzione video di Graziano Ventroni
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2 commenti
Molto interessante, brava!!!
Molto interessante, brava