24 maggio 2021
Proprio in questi giorni avevo un pensiero felice, dopo un anno decisamente impegnativo da ogni punto di vista, stavo organizzando una vacanza in montagna per me e la mia famiglia. Ho due bambine di 9 e 7 anni che sono piene di energia e adorano esplorare cose nuove. Tra le tante cose che ci piace fare in montagna ci sono le escursioni in funivia… non possono mai mancare. Ma ecco che leggo dell’incidente avvenuto sul Lago Maggiore… una cabina si stacca dalla funivia e muoiono 14 persone.
“La procura indaga per omicidio colposo” scrivono i giornali, “Mattarella richiama al rispetto delle norme di sicurezza” ma intanto qualcosa di terribile è accaduto. Inizia la corsa alla ricerca delle giustificazioni: “le manutenzioni sono state fatte”, “non sono mai emerse criticità”. Quindi perché mi domando? Come si fa a pensare di andare a festeggiare un compleanno sul Lago e non tornare più?
Da quando sono diventata mamma il mio approccio al rischio è decisamente cambiato. Sebbene ci insegnino che il rischio non può essere mai azzerato e che esiste sempre il cosiddetto rischio residuo, ecco che la maternità mi ha trasformato in un DPI vivente. Alla costante ricerca di tutelare le mie figlie da qualsiasi rischio e pericolo.
Non posso, lo so.
Ogni giorno però lavoro cercando di cambiare la mentalità di chi mi circonda e creare una consapevolezza sulle tematiche di sicurezza usando la stessa attenzione, cura, dedizione e coinvolgimento che userei per la mia famiglia. Perché? Perché ci credo davvero.
Poi però accadono questi incidenti e mi fermo, pietrificata, perché mi sento vulnerabile e impotente e realizzo che il senso di responsabilità sulle tematiche di sicurezza, quando viene a mancare, può causare danni e tragedie in momenti che purtroppo non ci saremmo mai aspettati o immaginati… non solo mentre lavoriamo su una grande attrezzatura ma anche durante
una gara di Formula 1, una gita nel weekend o una crociera.
Dietro ad ogni momento della vita di ognuno ci deve essere la responsabilità di lavorare affinché tutti possano tornare a casa sani e salvi.
Aspettiamo di capire cosa è veramente successo e lasciamo alle autorità l’onere delle indagini ma a tutti noi spetta il dovere di riflettere e di agire subito dopo.
Credeteci, iniziate da questo, credete nelle capacità di influenzare positivamente gli altri, non minimizzate ciò che fate al lavoro e non pensate mai di non poter contribuire alla sicurezza di ciascuno poiché basterebbe davvero poco: azioni, decisioni, comportamenti, esempi positivi… il cambiamento parte da noi come lavoratori e anche come genitori che stiamo plasmando le menti dei lavoratori di domani.
Io voglio tornare a pianificare le nostre vacanze in funivia senza paura e voi?
#lasicurezzanonvainvacanza
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1 commento
Ho letto la tua riflessione e l’ho apprezzata tantissimo. Penso rispecchi le paure e i timori di tanti. Di sicuro le mie! Hai ragione: possiamo gestire l’incertezza soltanto se contribuiamo noi stessi in primis, anche attraverso il messaggio positivo a chi lavorerà domani.