“Un giovane ramo di un grande albero, nato in primavera, trascorse i suoi primi mesi di vita in mezzo all’aria fresca, alle lunghe giornate d’estate, al sole caldo, alle notti frizzanti. Aveva foglie bellissime e grandi frutti ed era felice ma un giorno cominciò a sentirsi stanco e triste. Era autunno e le foglie cominciarono a cambiare colore e di tanto in tanto, il vento se ne portava via qualcuna. Arrivò la pioggia e poi l’aria fredda e il ramo si sentiva sempre peggio, non capiva cosa stesse succedendo e in pochi giorni si trovò spoglio, infreddolito e completamente solo.
Rimase così qualche tempo, fin quando non capì che non poteva far altro che mettersi a cercare i suoi fiori, le sue foglie, i suoi frutti per poter di nuovo stare insieme a loro. Si rivolse a tutti i suoi amici, dapprima al mattino, poi alle piante sempreverdi, a seguire gli alberi della sua stessa famiglia, al vento, alla pioggia, al tempo e per finire alla notte ma nessuno seppe aiutarlo.
Mentre il ramo stava per addormentarsi, passò uno gnomo che, al vederlo così spoglio e indebolito dalle intemperie e dal freddo, si fermò, e, un po’ preoccupato, gli chiese cosa stesse succedendo. Il ramo gli raccontò tutta la sua storia e lo gnomo lo ascoltò percependo il suo dolore.
Lo gnomo dopo lungo pensare, trovò la soluzione, si tolse gli occhiali e li posò sul naso del ramo, spiegandogli che erano occhiali speciali che servivano per guardare dentro di sé.
Il ramo, allora, aprì bene gli occhi e con tanta meraviglia vide che dentro di sé qualcosa si muoveva, sentiva un rumore, vedeva qualcosa circolare, provò ad ascoltare, guardò a fondo: era la linfa che si muoveva in lui. Allora lo disse subito allo gnomo che gli spiegò che le foglie, i fiori e i frutti nascono grazie alla linfa oltre che al caldo sole, all’aria di primavera e alla pioggia.
Il ramo, immediatamente, si sentì più forte, rinvigorito: aveva la linfa in sé, non doveva più chiedere consigli, gli bastava lasciar vivere la linfa che circola in lui. La linfa da cui, un giorno, sarebbero rinate le amiche foglie”.
Da questa bellissima storia che ho avuto il piacere di leggere per caso in questi giorni vorrei fare una breve riflessione sul tema della pazienza e della disciplina che accompagnano il ruolo del Manager HSE.
Il Manager HSE deve avere la pazienza di saper attendere senza pretendere che le sue azioni volte a cambiare la cultura aziendale in materia abbiano un risultato immediato.
Il Manager HSE deve essere nomade paziente per acquisire l’esperienza multidisciplinare che gli consente di affrontare al meglio le diverse situazioni che ogni giorno deve affrontare.
Il Manager HSE deve essere agricoltore e saper seminare, avere la pazienza di curare il proprio seme e aspettare che i frutti crescano. Solo così con tanta disciplina potrà, un passo dopo l’altro, raggiungere i propri obiettivi.
Il Manager HSE deve essere consapevole che per fare bene le cose è necessario avere disciplina e che esistono i tentativi, esistono le diverse situazioni, esiste la voglia di mettersi in gioco e di resistere agli insuccessi.
Il Manager HSE deve osservare le situazioni e i contesti in cui opera, ascoltare le persone, fare bene le proprie attività, saper giudicare, porre le giuste domande, sbagliare, ripartire, fidarsi dei propri collaboratori, creare gruppo, non fermarsi alle prime difficoltà, utilizzare la fantasia per creare nuovi modi di lavorare, sviluppare i progetti a piccoli passi; sapendo che per fare tutto questo occorre pazienza e disciplina.
Il Manager HSE si deve allenare con pazienza e disciplina per avere successo nel lavoro ed in generale nella sua vita; mentre può perdere le sfide quotidiane solo fermandosi e rinunciando a lottare.
Il Manager HSE deve essere consapevole che la disciplina gli permette di avere la pazienza ed il coraggio di fare ciò che è necessario per raggiungere i propri obiettivi come imparare cose nuove o concentrarsi su attività da terminare.
La disciplina permette al Manager HSE di avere maggior stabilità oltre a una migliore organizzazione della propria vita.
Il Manager HSE deve essere stabile, determinato, coerente, paziente, perseverante, gentile, lungimirante, coraggioso, proattivo, deve saper adattarsi alle diverse situazioni, deve valorizzare e accettare i collaboratori nel proprio gruppo, deve investire nella crescita futura delle proprie e altrui competenze, deve sviluppare valori come il rispetto reciproco tra le persone, la cooperazione e il senso di responsabilità nel proprio lavoro.
Il Manager HSE con queste caratteristiche oltre a creare grande fiducia nelle proprie e altrui capacità crea così un forte sentimento di autostima volto a una più ampia forma di saggezza che possiamo sintetizzare in questa frase di Sun Tzu: “Chi è prudente e aspetta con pazienza un nemico che non lo è, sarà vittorioso”.
Alla prossima
Gabriele
La rubrica Lighthouse Keeper ʰˢᵉ, di Gabriele Dell’Orto, trae ispirazione dal libro “Manuale del Guerriero della luce” di Paolo Coelho.
Patience is the virtue of the HSE Manager
“A young branch of a large tree, born in spring, spent its first months of life in the fresh air, the long summer days, the hot sun and the crisp nights. It had beautiful leaves and large fruits and was happy, but one day it began to feel tired and sad. It was autumn and the leaves began to change colour and from time to time, the wind blew some away. The rain came and then the cold air and the branch felt worse and worse, he did not understand what was happening and in a few days he found himself bare, cold and completely alone.
He stayed like this for some time, until he realised that he had no choice but to start looking for his flowers, his leaves, his fruit so that he could be with them again. He turned to all his friends, first to the morning, then to the evergreen plants, then to the trees of his own family, to the wind, the rain, the weather and finally to the night, but no one could help him.
As the branch was about to fall asleep, a gnome passed by and, on seeing him so bare and weakened by the weather and the cold, stopped and, a little worried, asked him what was going on. The branch told him its whole story and the gnome listened to him, sensing his pain.
The gnome, after much thought, found the solution, took off his glasses and placed them on the branch’s nose, explaining that they were special glasses that were used to look inside himself.
The branch then opened its eyes wide and with great wonder saw that something was moving inside it, it heard a noise, it saw something circular, it tried to listen, it looked deeply: it was the sap moving inside it. So he immediately told the gnome, who explained to him that leaves, flowers and fruit are born from the sap as well as from the warm sun, spring air and rain.
The branch immediately felt stronger, invigorated: it had the sap within it, it no longer had to ask for advice, it only had to let the sap circulating within it live. The sap from which, one day, the friendly leaves would be reborn’.
From this beautiful story that I have had the pleasure of reading over the last few days, I would like to make a brief reflection on the theme of patience and discipline that accompany the role of the HSE Manager.
The HSE Manager must have the patience to be able to wait without expecting that his or her actions to change the corporate culture on the subject will have an immediate result.
The HSE Manager must be a patient nomad in order to acquire the multidisciplinary experience that allows him to best deal with the different situations he has to face every day.
The HSE Manager must be a farmer and know how to sow, have the patience to tend his seed and wait for the fruit to grow. Only in this way, with a lot of discipline, can he, one step at a time, achieve his goals.
The HSE Manager must be aware that in order to do things well it is necessary to have discipline and that there is trial and error, there are different situations, there is the will to get involved and to resist failure.
The HSE Manager must observe the situations and contexts in which he or she operates, listen to people, do things well, know how to judge, ask the right questions, make mistakes, restart, trust his or her collaborators, create a team, not stop at the first difficulties, use imagination to create new ways of working, develop projects in small steps; knowing that to do all this requires patience and discipline.
The HSE Manager has to train himself with patience and discipline to be successful at work and in his life in general; whereas he can only lose daily challenges by stopping and giving up the fight.
The HSE Manager must be aware that discipline allows him to have the patience and courage to do what is necessary to achieve his goals such as learning new things or focusing on tasks to be completed.
Discipline allows the HSE Manager to have more stability as well as a better organisation of his or her life.
The HSE Manager has to be stable, determined, consistent, patient, persevering, kind, forward-looking, courageous, proactive, has to be able to adapt to different situations, has to value and accept the co-workers in his team, has to invest in the future growth of his own and others’ skills, has to develop values such as mutual respect between people, cooperation and a sense of responsibility in his work.
The HSE Manager with these characteristics not only creates great confidence in his own and others’ abilities, but also creates a strong feeling of self-esteem aimed at a broader form of wisdom that we can summarise in this sentence by Sun Tzu: ‘He who is prudent and waits patiently for an enemy who is not, will be victorious’.
Until next time
Gabriele
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