La parola a Valeria Calamaro, responsabile marketing e sostenibilità Altromercato

di Annarita Cacciamani
La parola a Valeria Calamaro

Valeria Calamaro

“Sicurezza per prima cosa”. La safety in tutte le sue sfaccettature è al centro dell’attività di Altromercato: attenzione alla sicurezza sul lavoro, attenzione al benessere dei lavoratori, attenzione al rispetto dei diretti umani. Ne abbiamo parlato con Valeria Calamaro, responsabile marketing e sostenibilità di Altromercato, società attiva nel commercio equo e solidale.

 

 

Valeria, come è organizzata la rete dei negozi di Altromercato?

Altromercato è una realtà consortile formata da soci, principalmente cooperative e associazioni locali, impegnate nella diffusione dei principi e prodotti del commercio equo e solidale una rete composta da 190 negozi gestiti direttamente dai soci con il marchio Altromercato. Serve inoltre circa altri 160 negozi equosolidali, che vendono sia prodotti equosolidali che biologici e clienti della distribuzione. I negozi non sono gestiti centralmente da Altromercato, ma ricevono supporto e servizi come assistenza nella scelta e ideazione dei prodotti, progetti espositivi e di comunicazione e servizi legati alla sostenibilità, come Altromercato Energia, che offre bollette green, energia rinnovabile e gas compensato, e contribuisce ai progetti di Fondazione Altromercato.

Non si tratta di un sistema in franchising, ma di una gestione integrata con una comunicazione unificata che rafforza la notorietà del marchio. I negozi, inoltre, non sono semplici punti vendita, ma veri e propri centri di connessione territoriale, collaborando con scuole e associazioni e partecipando a eventi come il Festival Nazionale Altromercato.

 

Come viene gestita la logistica, dai magazzini al trasporto e distribuzione? Quali sono le misure di sicurezza adottate per la tutela di chi si occupa di questi aspetti?

La logistica di Altromercato è gestita attraverso un magazzino centrale situato a Vallese Oppeano, vicino a Verona, che serve sia il mercato italiano che alcune centrali all’estero. Questo magazzino funziona anche come hub logistico condiviso con altri attori dell’economia solidale e sociale.

La gestione prevede un mix di dipendenti interni e operatori logistici esterni per la movimentazione delle merci. La sicurezza è una priorità e viene garantita attraverso un sistema chiamato “sicurezza per prima cosa”, supportato da un’azienda esterna che fornisce formazione specifica, monitora le condizioni di lavoro e dei dispositivi e applica protocolli rigorosi per ridurre i rischi di incidenti.

Per ridurre l’impatto ambientale, Altromercato evita il più possibile le spedizioni via aerea, preferendo il trasporto su gomma e container ottimizzati. Le consegne ai negozi avvengono attraverso un sistema di consegne congiunte, riducendo così il numero di viaggi e l’impatto ambientale. La certificazione BRC garantisce elevati standard di sicurezza e qualità e, grazie a queste misure, il tasso di incidenti negli ultimi anni è stato pari a zero.

 

Come vengono scelti i produttori che collaborano con voi e come vi assicurate che lavorino in condizioni dignitose?

I produttori di Altromercato devono rispettare i dieci principi del commercio equo e solidale definiti dalla World Fair Trade Organization (WFTO), che includono condizioni di lavoro dignitose, divieto di sfruttamento e lavoro minorile, pari opportunità e inclusione sociale e rispetto per l’ambiente. Per garantire il rispetto di questi standard, Altromercato utilizza diversi strumenti come il prefinanziamento ai produttori consente loro di investire in sicurezza e salari equi. Le relazioni dirette con i produttori vengono consolidate attraverso visite regolari ai luoghi di produzione. Il Comitato di Valutazione Etica, composto da nove-dieci membri, verifica l’aderenza ai principi WFTO, affiancando le certificazioni terze come WFTO, FLO e Rainforest Alliance per alcune filiere, come il cacao.

Altromercato utilizza anche una piattaforma condivisa con altre centrali europee, sulla quale ogni anno vengono caricati dati e informazioni dei produttori per monitorare la conformità agli standard. Oltre alla verifica delle condizioni di lavoro, sostiene progetti di empowerment e sostenibilità, come i programmi di cooperazione integrata Made in Dignity nel mondo del cacao o quelli di Fondazione Altromercato in Nicaragua per la produzione di caffè, che coinvolge cooperative di donne e promuove l’autoconsumo alimentare e la biodiversità.

 

Secondo lei, come Altromercato può contribuire a diffondere nell’opinione pubblica la cultura dell’economia circolare e del commercio equo?

Altromercato promuove la cultura dell’economia circolare e del commercio equo attraverso una comunicazione mirata e il coinvolgimento di diversi attori. Sul sito e sui social vengono pubblicati contenuti educativi e informativi, con un forte focus sulla trasparenza delle filiere.

Il coinvolgimento di altre aziende e distributori permette di integrare modelli sostenibili su larga scala. Le campagne di sensibilizzazione, come “Consumi o Scegli”, stimolano il consumatore a fare scelte più etiche e consapevoli. La partecipazione a eventi e fiere consente di diffondere la cultura dell’economia circolare in diversi contesti. Inoltre, il bilancio sociale è disponibile al pubblico con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sulle pratiche sostenibili.

 

Che tipo di formazione seguono i lavoratori di Altromercato? Formarsi vuol dire anche migliorare la safety del luogo di lavoro?

La formazione è un pilastro fondamentale per Altromercato e riguarda diversi aspetti. La sicurezza sul lavoro è garantita attraverso una formazione obbligatoria per tutti i dipendenti.

Mensilmente viene organizzato un format chiamato “Condivisioni”, aperto a soci e dipendenti, che prevede testimonianze dirette di produttori e discussioni sui valori aziendali. I nuovi assunti seguono un percorso di onboarding con una formazione specifica sui principi etici di Altromercato.

Ogni dipendente nel bilancio di sostenibilità 23-24 ha avuto diritto a circa ventidue ore di formazione annua su temi professionali, sicurezza e tematiche legate alla responsabilità sociale. Dal gennaio 2025 viene inoltre offerta l’opportunità di viaggi di conoscenza presso i produttori, per comprendere meglio la realtà della filiera. Oltre alla sicurezza fisica, Altromercato investe anche nel benessere lavorativo attraverso iniziative di flessibilità e di work-life balance.

 

Avete in corso particolari iniziative di welfare aziendale?

Altromercato ha implementato diverse iniziative di welfare aziendale per migliorare la qualità della vita dei suoi dipendenti. Lo smart working è stato introdotto durante la pandemia e successivamente mantenuto come strumento strutturato per aumentare la flessibilità lavorativa.

Grazie al nuovo Contratto Integrativo, sono previsti permessi aggiuntivi per esigenze familiari, come l’assistenza a bambini o anziani, e permessi per studio e formazione. Il fondo rotativo solidale banca ore inoltre dà la possibilità di cedere ore per ferie e permessi.

Viene offerta un’assicurazione medica integrativa e programmi di prevenzione sanitaria. Recentemente è stato siglato un nuovo contratto integrativo che include ulteriori benefit per i dipendenti, consolidando l’attenzione di Altromercato verso il benessere lavorativo e la sostenibilità sociale.

Lavoratrici e lavoratori sono inoltre rappresentati per Statuto da Assolavoratori e partecipano alle attività di consorzio con un membro in Consiglio.

 

 

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