Abbiamo chiesto a Simone Zinanni, Founder & CEO di Develer, di raccontarci la realtà della sua azienda produttrice di software e hardware.
Come nasce Develer?
Develer nasce 20 anni fa da due ragazzi di 25 anni con tanta passione per il software e con l’idea di portare innovazione tecnologica nelle aziende industriali.
Oggi Develer conta 70 persone (i develeriani, come ci chiamiamo tra di noi), serve grandi nomi dell’industria (come BTicino, Thales, Electrolux, General Electric, etc.) e fattura circa 5 milioni tra sviluppo di software e progettazione elettronica.
Colpisce all’occhio la cura estetica degli spazi e degli arredi. Cosa ti ha spinto a queste scelte?
L’estetica ha una funzione importante nella fruibilità degli spazi e sull’efficienza dei compiti che vengono svolti in quegli spazi. Se si entra in un luogo “brutto” il nostro umore immediatamente cambia e la nostra predisposizione ad usufruire di quello spazio per compiere qualsiasi funzione sicuramente cala.
Così se si lavora in un ambiente piacevole, ben illuminato e confortevole, la nostra produttività aumenta.
Questo principio si applica anche ai prodotti che Develer realizza perché quando usiamo dei prodotti “belli”, siamo più portati ad interagirci. Pensiamo ad esempio a quanto più volentieri usiamo un bello smartphone, una bella auto o un software con un bel design. L’estetica è anche funzionalità.
Non solo spazi di lavoro, ma anche aree relax con addirittura strumenti musicali. Che importanza dai alla pausa di lavoro?
Quando si ama quello che si fa è difficile stabilire dove finisce il lavoro e dove comincia la pausa e i nostri ambienti sono pensati per vivere appieno la giornata lavorativa.
Sappiamo bene che può essere più produttiva una chiacchierata davanti alla macchinetta del caffè che una lunga riunione formale. Dopo una partita a ping pong può ripartire un flusso di idee che magari si era inceppato. Un po’ di musica insieme unisce più di mille iniziative di team building. La pausa è parte integrante del lavoro.
Le sale per i meeting portano nomi caratteristici che richiamano un noto film fantasy. Anche il nome degli ambienti genera suggestioni?
Lo stile dell’azienda deve essere pervasivo in tutti i suoi ambienti. La sede di lavoro ma anche tutta la comunicazione verso l’interno e verso l’esterno all’azienda è rivolta a tutte quelle persone con cui abbiamo in comune passioni, valori e ambiti culturali.
Il fantasy, la fantascienza, la tecnologia sono tutti temi che appassionano le persone che ruotano intorno a Develer. Così pensiamo, ad esempio, che un develeriano lavori più volentieri in una stanza che si chiama “Mordor” che in una che si chiama “3B”.
La salute riguarda il corpo, ma passa per la mente. In quale altro modo vi prendete cura dei vostri collaboratori?
Abbiamo un team interno dedicato al benessere in azienda con un suo budget e suoi obiettivi specifici.
Il team organizza una serie di attività durante l’anno che vanno dai piani formativi alle attività all’aria aperta, dalle occasioni di socialità al benessere del corpo e della mente.
Tra le attività che abbiamo messo in piedi ci sono, ad esempio, un corso online di ginnastica posturale e la consulenza psicologica con un professionista. Tutte queste attività contribuiscono al benessere delle persone e a farci sentire tutti parte di una cosa sola.
Un’ultima battuta. In questo anno di pandemia avete adottato la strategia dello smartworking per minimizzare gli assembramenti. Come si tiene unito un team quando siamo relegati dietro ad un monitor?
Non è facile. Amo tutto ciò che è digitale ma penso nessuno strumento digitale possa unire un team come farebbe il vedersi di persona. Detto questo, si possono adottare alcuni accorgimenti per mitigare questo problema.
Alcune aziende, per risparmiare sui costi, hanno chiuso gli uffici durante la pandemia, mentre Develer ha sempre mantenuto la sede aperta con lo scopo di fornire sempre un luogo di incontro. Questo spazio, sfruttato anche solo occasionalmente, ha contributo a far incontrare le persone e a mantenere un legame.
Attività di gruppo come i corsi di formazione o di ginnastica posturale, seppur svolti online, contribuiscono a incontrarsi e confrontarsi.
Un altro strumento che abbiamo sempre usato, anche prima della pandemia, sono gli AMA (Ask Me Anything). Sono momenti, ora svolti in videoconferenza, in cui tutti i develeriani possono farci domande su qualsiasi argomento riguardante l’azienda. Sono ulteriori momenti di confronto non strettamente lavorativi che contribuiscono a rendere tutti partecipi della vita aziendale.
Stiamo poi sperimentando un software che incrocia in modo casuale i nomi dei develeriani e li invita a prendersi un caffè virtuale insieme. Le persone estratte fissano una videocall in cui però non parlano di lavoro ma ne approfittano per fare due chiacchiere. Mi pare essere uno buono strumento che penso adotteremo estensivamente nell’attesa di poter tornare a prenderci un vero caffè insieme.
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