La parola a Niccolò Cipriani, founder Rifò

di Rock'n'safe
La parola a Niccolò Cipriani, Founder Rifò

Niccolò Cipriani

Una vita vissuta nel luogo principe del tessile e un papà che collezionava i tessuti di scarto della sua azienda per non gettarli via. Così Niccolò Cipriani ha dato vita al progetto Rifò che, in futuro, pare non si fermerà al mondo della moda…

 

 

Niccolò, siamo curiosi di sapere dove nasce la tua passione per la moda e la sostenibilità, ma soprattutto come è nato il progetto Rifò.

Penso che la mia passione per la sostenibilità nasca dal fatto che sin da piccolo mi hanno abituato ad andare a camminare in montagna e a fare esperienze immerso nella natura, sulla moda invece penso sia dovuto al fatto che sono nato e cresciuto a Prato e ogni poco in casa arrivavano tessuti che mio padre portava a casa per non buttarli via in azienda. Rifò nasce invece da una mia esperienza di lavoro in Vietnam dove ho visto con i miei occhi l’impatto del fast fashion, della sua sovrapproduzione, sull’ambiente.

La vita corre veloce, corre la moda, come gli acquisti che facciamo a basso prezzo di capi di abbigliamento fatti con materiale spesso scadente e altamente inquinante. Cosa c’è di sbagliato nel “fast fashion”?

Che ci fa sembrare tutto come imperdibile, che ci spinge a comprare capi già disegnati per finire in un cestino, che ci spinge a comprare, comprare, comprare come se non esistesse il termine durata, qualità o come se non fosse possibile creare una relazione con gli abiti che indossiamo che sono la nostra seconda pelle. Tutto questo lo trovo ingiusto e ha portato a una devalorizzazione dei nostri armadi. Mi fa effetto vedere t-shirt di cotone essere trattate come bottigliette di plastica usa e getta.

Per realizzare i vostri obiettivi, avete coinvolto anche importanti realtà nella raccolta dei capi. Anche le grandi aziende finalmente sposano la sostenibilità?

Sì, hanno capito che è quello che richiede il mercato e che è quello che richiede la nostra società, abbiamo passato troppo tempo buttando via risorse naturali per qualcosa che non necessitiamo.

Concezione circolare del binomio risorsa/rifiuto e l’abbandono del modello lineare di produzione. Ci spieghi la tua vision a riguardo? (Illustrata perfettamente in un discorso a TedxFirenze nel 2021)

Penso sia necessario il più possibile valorizzare quello che compriamo, farlo parte della nostra vita, non basta purtroppo solo comprare un capo in cotone rigenerato, è necessario anche acquistare meno e premiare le storie che quel capo racconta.

Sogniamo in grande: cosa vi aspettate di realizzare nei prossimi 10 anni?

Mi piacerebbe portare la mia visione che ora trasmetto con Rifò in altri settori come l’agricoltura che io penso siano cruciali per il nostro lieto vivere.

 

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