La fortuna non esiste

di Daniele Andrea Bilanzuoli
La fortuna non esiste

In questo periodo intenso sotto il profilo organizzativo nella scena musicale come talent scout e show management, passeggiando ho notato come i colpi di fortuna (vorrei usare termini più coloriti ma dovrei revisionarli prima della pubblicazione) sono all’ordine del giorno quando si parla di guida.

Ho la fortuna di muovermi senza bisogno di una vettura quando sono in ferie e non ho esigenze particolari come gite in montagna o al mare. Noto ogni forma di near-miss possibile da parte di chi si mette alla guida: uscire da un parcheggio senza capire la disposizione degli oggetti (cosa muovo e come e chi viene da che parte). Che fantasia assurda e pericolosa!

La concentrazione sull’attimo unico che deve interessare è mancante, davvero una presenza eterea. Noto conducenti che guidano senza il controllo della situazione dove guardano in tutti i posti tranne quello giusto. E sì signore e signori, chiamiamola con il suo nome: distrazione.

Chi di voi ha pensato al cellulare? Ci arriveremo tra non molto con una pratica auge, mortale.

Alcune situazioni sono buffissime, mi hanno fatto ridere curiosando il loro atteggiamento, sapendo che non avrebbe comportato nulla di grave, in altre sono intervenuto con un fischio da stadio per evitare un incidente più grave. Incredibile! Fateci caso anche voi ogni tanto.

Da insegnante di psico-educazione alla guida, non permetto che passi impunito alcun passaggio fortuito; la fortuna non deve diventare un sistema di conteggio sistematico. Immaginate la prima volta che capite di aver sfiorato il marciapiede: sentire l’adrenalina che accelera il battito, il sudore freddo. La seconda volta quella sensazione ha un effetto meno penetrante. All’ennesima volta vi sarete abituati alla fortuna come una procedura standard. L’errore che ne scaturirebbe sarebbe esponenziale perché il bias cognitivo è incancrenito nella vostra testa.

Soluzione: educare alla fonte e credetemi che fa la differenza soprattuto con quella categoria così tanto condannata dal maschilismo della nostra società, si proprio la nostra!

Le ragazze sanno abbracciare con così tanta naturalezza questi concetti trasformandosi in splendide farfalle alla guida. Altro che sboroni da bar, appannaggio del sesso forte (lo siamo mai stati?).

E veniamo alle note dolenti.

Chi di voi conosce i killfie? Scattarsi un selfie in condizioni di guida pericolosissime, non di sicuro fermi al semaforo.

Se ora unite il topic precedente a questo fenomeno cosa otteniamo: una decisa decrescita del numero di persone che scelgono di rischiare forte alla roulette russa della guida. Le mosche bianche quando iniziano ad essere in numero maggiore controbilanciano la situazione e vedrete che le nere inizieranno ad atteggiarsi meno da sboroni e tenere la testa bassa.

Il Presidente Mattarella nel discorso alla Nazione l’ultimo dell’anno ha sottolineato la necessità di cambiamenti concreti. Cari Ministri avete capito su quali cavalli da corsa dovete puntare o come al solito, fate finta di irretire le menti dei lettori con grandi parole ad effetto ma nulla di concreto sull’unico fronte che rende consapevoli, liberi e autonomi: Educare.

…o forse vi fa comodo il contrario?

Vi lascio con una cover dell’amico Tommy Johansson, polistrumentista, chitarrista e backing- vocal nella band Sabaton che con Who Wants to Live Forever allieterà i vostri speaker: alzate il volume e riflettete con me.

 

 

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