Ebbene sì, sono un ingegnere e quando mi ritiro nella mia zona di comfort per rilassarmi mi piace ascoltare musica e giocare con i numeri. Parlo di “giocare” perché, in qualche modo, finché faccio calcoli fra Excel e calcolatrice dimentico cosa rappresentino quei numeri, dimentico che dietro ci sono persone reali e che ogni numero rappresenta una famiglia distrutta: un figlio che dovrà crescere senza un genitore o, forse peggio, un genitore che dovrà sopravvivere al proprio figlio.
Ma è proprio leggendo ed analizzando quelle statistiche che mi sono reso conto che, fra le righe, c’è scritto quello che nessuno evidenzia: il “popolo HSE” ha vinto una grande battaglia.
Dati che evidenziano che il popolo HSE ha vinto la battaglia contro il CoViD-19 rendendo i luoghi di lavoro i posti più sicuri del paese lasciando fuori dai tornelli i focolai e garantendo ai lavoratori un rischio di contagio letale ridotto di oltre il 90% rispetto agli ambienti di vita e che i datori di lavoro sono riusciti a far rispettare le nuove regole ai propri lavoratori molto meglio di come il sistema paese non sia riuscito a far rispettare le regole ai propri cittadini.
Circa 425 sono i caduti per CoViD lavoro correlato nel 2020: di questi quasi 300 sono prime linee (Medici ed infermieri) e meno di 150 lavoratori comuni su un totale di 20 milioni di lavoratori nel paese con una incidenza di 23 lavoratori ogni milione, che si riduce a 8 lavoratori ogni milione fuori dagli ambienti sanitari.
Fuori dagli ambienti di lavoro i morti CoViD in età lavorativa, nello stesso periodo, sono stati più di 7.500 con un’incidenza di 375 ogni milione; incidenza che si innalza a 1.250 ogni milione sull’intera popolazione nazionale.
Il 23 marzo Inail ha pubblicato i dati aggiornati al 28 febbraio e tanto clamore è stato dato a quelle 499 denunce di infortunio mortale… con titoloni social a colpevolizzare il mondo del lavoro: “150.000 denunce” ma il dato continua ad essere in linea con la media del 2020: sul lavoro contagi per 150.000 su 3.000.000 (appena il 5%) e deceduti per 500 su 100.000 (appena il 5 per mille – differenza legata anche all’età media).
Godiamoci questo momento di gloria, la guerra è lontana dalla fine. Sfruttiamo quel poco di buono che questa pandemia ci ha dato ed aumentiamo i nostri sforzi per creare lavoratori sicuri in ambienti sicuri e ricordiamo: anche se fosse servito a salvare una sola vita umana, ne sarà valsa la pena!
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