Cosa sarebbe la vita se non esistessero la cultura, il divertimento e la spensieratezza?
È stato motivo di grande riflessione quel giorno in un hotel quando sullo smartphone ho letto della notizia della strage di Corinaldo. Scrivo di proposito “strage” perché in quella vicenda non c’è stata casualità o sfortuna, bensì una serie di carnefici hanno fatto in modo che quella notte di divertimento diventasse l’epilogo per troppe giovani vite.
Non si può morire durante o dopo una serata votata al divertimento.
Mi mossi subito per organizzare un momento ad alto impatto comunicativo che sensibilizzasse sul tema e ne venne fuori “Emozione forte non vuol dire morte”. Tra le persone più attente e pronte a dare una mano incontrai Riccardo Tarantoli ed è stata sintonia dal primo minuto. Imprenditore di locali italiani e esteri e Presidente di Confcommercio SILB è tra quelle persone che tutti vorremmo a capo di un’Azienda perché lui è uno di quelli che mette i valori al primo posto tracciando così la direzione delle proprie scelte e delle proprie azioni.
In questa fase di stallo per il pubblico intrattenimento, Riccardo si è dato da fare ed ha immaginato una movida che enfatizzi il proprio scopo: vivere il divertimento in modo sano e sicuro e non come una scommessa sul filo del rasoio da cui non sappiamo se ne usciremo vittoriosi.
C’è una sua proposta sul tavolo delle Autorità che ha un aspetto innovativo su cui merita riflettere: costruire la consapevolezza della salute e la sicurezza insiemeal popolo della movida. Quella parola, insieme, risuona come un boato di un tuono. Vale per il rapporto con i giovani così come con i lavoratori in Azienda: se costruissimo le “regole” del gioco insieme, i destinatari avrebbero modo di viverle come un qualcosa di proprio senza la frustrazione del “tu fai come ti dico io”.
La proposta si basa su dei principi a cui ho partecipato nella stesura e che restituirebbero serate di gioia ed entusiasmo per la vita:
- Se bevi non guidare e, comunque, bevi molta acqua a fine serata
- Non oltrepassare il confine tra scherzo e molestia
- Non andare al massimo, chiedi il massimo dalla vita
- Lascia liberi i passaggi per l’evacuazione in caso di emergenza
- Lascia gli ambienti così come vorresti trovarli
- Mostra il meglio di te rigettando ogni forma di violenza verbale o fisica
- Segnala al personale dedicato i comportamenti molesti
Nella proposta, partendo da questi principi, si aprirà un confronto con i giovani dove il primo impegno sarà ascoltarli per trovare una strada comune. Questa iniziativa avrà vita in un luogo inusuale: il bar, il club o la discoteca durante le loro chiusure, come luoghi di cultura oltre che di intrattenimento.
La cultura deve essere costruita soltanto con i giovani? No. Così come in Azienda, tutte le parti in gioco devono mostrare il loro impegno. Per questo l’imprenditore della movida dovrà rispettare i requisiti di legge che regolano gli ambienti di pubblico spettacolo e intrattenimento perché siano sicuri, essere promotore di una formazione continua che incida sulla cultura del personale, progettare la gestione delle emergenze come necessità di ottenere il meglio da una situazione critica. E ancora campagne di comunicazione che mirino alla sensibilizzazione e accordi con trasporti pubblici per ridurre l’uso di mezzi privati.
Credo che insieme si possa creare i presupposti perché il divertimento sia il sale della vita e non l’epilogo dei nostri sogni per colpa di un comportamento che poteva essere evitato.
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