Dice Wikipedia che il rock è “un genere di musica popolare”, e chi lo può negare?
Eppure, chi con quella musica è cresciuto sa che il rock è molto, molto più di questo.
Il rock è, tanto per cominciare, un potente mezzo di comunicazione, attraverso cui sono passati i messaggi più importanti di diverse generazioni, dalla protesta contro la guerra alla “summer of love”, dai grandi concerti contro la povertà all’attivismo politico.
Attraverso il rock sono stati veicolati i grandi cambiamenti culturali, la liberazione dei costumi, l’emancipazione femminile, l’accoglienza della diversità etnica, sessuale, religiosa, l’anticonformismo, i diritti civili, l’idea stessa di libertà. Un cambiamento definitivo e irreversibile del modo di essere, di pensare sé stessi e gli altri.
Ma il rock è anche elemento di aggregazione, basta partecipare ad un concerto per percepire l’energia che circola, rimbalza e si rafforza tra gli spettatori e la band, e trovarsi senza nemmeno volerlo a muoversi, cantare in coro, battere le mani a tempo. Il frontman è quasi lo sciamano di un rito collettivo al quale è pressoché impossibile sottrarsi.
E che dire allora dei grandi raduni, da quelli storici degli anni ’60 a quelli attuali, Glastonbury, Lollapalooza, Coachella, non hanno forse il senso di una comunità che vuole ritrovarsi, riconoscersi, consolidarsi?
Il rock è un genere musicale, vero, ma è soprattutto comunicazione efficace, emozionante, il rock fa muovere, coinvolge e crea comunità.
Tutte cose, queste, di cui il mondo della sicurezza tradizionale era carente, fatto com’era di grafici e tabelle, norme, obblighi, prescrizioni e divieti, quanto di meno emozionante e coinvolgente si possa immaginare. Non che mancassero i contenuti, anzi. Poche materie sono utili e preziose quanto il dedicarsi a salvare le persone, mantenerle sane e integre, in armonia con l’ambiente in cui si trovano. Ma il modo di comunicare questi valori era inefficace.
È questa la ragione di essere, ed il valore di una iniziativa come Rock’n’Safe, comunicare la sicurezza con un linguaggio fresco, diretto, emozionante e coinvolgente come un concerto rock. Una scommessa vinta, possiamo ormai dirlo.
Be safe, be rock!
Visita l’intera rubrica Hse on stage!
SCORRI LA PAGINA E LASCIA UN COMMENTO.