La frase al primo posto della top ten 2020 è: nulla sarà più come prima. Affermazione quasi scontata, dico quasi perché finché una condizione non può essere pensata, non può essere affermata e quindi non può essere agita. Il fatto che sia stata affermata significa che verrà agita, probabilmente non da tutti ma comunque verrà agita: quindi nulla sarà come prima. Il cambiamento porta novità e incertezze, “chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa quello che lascia ma non quello che trova” recita un vecchio proverbio quindi il cambiamento è accompagnato sempre dalla paura del nuovo e soprattutto dell’incerto.
Cosa ci porterà il new normal?
Nessuno lo sa con sicurezza, tuttavia possiamo fare qualche previsione con la consapevolezza che, come dice Nassim ne “il Cigno Nero”, tutte le previsioni sono destinate ad essere disattese. Abbiamo però contezza di un trend pre pandemico che si è consolidato durante la clausura forzata e che, siamo certi, esprimerà la vera essenza quando torneremo alla vita quasi reale: il desiderio di un rapporto umano reale. Avere un rapporto umano reale significa mille cose, significa stringersi la mano, sicuramente; significa uscire e stare insieme, certo; significa avere rapporti sociali, ludici, sportivi… ma sicuramente! Tutto questo però non ha molto senso se non è condito da una buona dose di umanità che va oltre l’uscire e incontrare gente, perché io posso stare pure al bar a bermi uno spritz con qualcuno ma essere freddo e distaccato. Sono uscito, certamente… ho avuto un rapporto caloroso, no di certo. È il calore dell’emozione che distingue le relazioni formali da quelle informali, la relazione umana da quella burocratica.
Accade la stessa cosa con la musica: un conto è suonare il campanello di casa che, per carina e simpatica sia la suoneria che avete scelto, se tenete il dito pigiato sul campanello prima o poi la ripetitività di quelle quattro note metalliche vi annoierà mortalmente, un conto è una melodia, una canzone, una sinfonia suonata con il cuore. Lo stesso si dica per qualunque attività. Spesso mi sono soffermato a riflettere sugli orrori della formazione. Essendo formatore anche io ho sempre cercato di costruire gli interventi con una cerca musicalità e, negli anni, sono riuscito ad identificare quello che potrebbe essere il pentagramma su cui comporre una lezione che fosse leggera ma densa di significati, emotivamente coinvolgente ma logica, poco teorica e molto pratica. A maggior ragione, a mio avviso, il pentagramma potrebbe essere utilizzato per seguire una linea di condotta che generi un rapporto umano e relazionale come substrato per far nascere una nuova coscienza sugli argomenti trattati.
Mi viene da pensare al ruolo dell’HSE che in azienda: invece di essere visto come l’accordatore di uno strumento, viene indicato come il tecnico rompi palle che ti ammorba con la normativa. Chiudiamo gli occhi ed immaginiamo la classica formazione in materia safety, quella non è musica, non è neppure l’accordatura dello strumento, è più simile a quella suoneria fastidiosissima del campanello anni ’70 della zia che aveva il cellophane sul divano e i centrini sul tavolino e, come lei, l’HSE è rigido, impostato e se fai cadere una briciola sono bacchettate sulle dita. Come trasformare quella suoneria fastidiosa che porta con sé l’odore di stantio e naftalina in un disco di platino? Inevitabilmente, come dicevano all’inizio, dobbiamo cambiare gli accordi e suonare la musica del cuore. Io un po’ ci ho riflettuto e le righe del pentagramma formativo potrebbero essere queste:
1° rigo in chiave di violino: Mi… devi emozionare.
Provate a pensare alle lezioni a cui avete partecipato, non dico sulla sicurezza ma parlo in generale. Quanti docenti erano davvero emozionanti? Pochi, vero? Saper comunicare non è per nulla scontato. Ho avuto docenti bravissimi/e ma incapaci di comunicare con i discenti e, di contro, docenti meno preparati, meno esperti, meno avvezzi alla materia ma straordinari comunicatori. Mi… devi emozionare con la tua canzone, altrimenti non ti ascolterò mai.
2° rigo in chiave di violino: Sol… levami dalla noia delle slide.
Se abbiamo la formazione obbligatoria con milioni di ore di formazione obbligatoria ma i numeri dei morti all’anno supera ancora il migliaio, credo che dovremmo chiederci quanto efficace sia la modalità formativa che siamo mettendo in campo. Ok, va bene, le slide sono il metodo più semplice per fare formazione, le fai una volta e, salvo variazioni nella normativa, le utilizzi per anni. Si chiama economia di scala, ma credo che in questo caso l’investimento non stia portando i benefici per cui è stato pensato.
3° rigo in chiave di violino: Si, parlarne sempre.
Trattare la sicurezza come una cosa che devi vendere a qualcuno, quindi parlane sempre. Se riesci a sollevarmi dalla noia hai trovato un modo per comunicare meglio ed efficacemente quelli che un tempo erano considerati contenuti noiosi. Se sei riuscito a trovare il modo giusto puoi comunicare la sicurezza sempre, costantemente, senza annoiare nessuno ma, al contrario, coinvolgendo le persone in quella che dovrebbe essere una missione di vita e per la vita.
4° rigo in chiave di violino: Re-iniziare dall’empatia.
Non sarà più come prima e le persone te lo fanno già capire. Paura, stress, timori, ansia sono condizioni che venivano sperimentate da molte persone quotidianamente, ancora di più ora che la malattia ci ha distanziato mostrandoci l’altro come un potenziale veicolo di quel nemico chiamato Covid. Ascolta le persone, parlaci, seguile nel loro cammino di rientro e poi ascoltale ancora. Essere presente fisicamente non è sinonimo di empatia. Non è la quantità di tempo che dedichi alla persone a fare la differenza ma la sua qualità. Sii per loro la persona che vorresti avere davanti quando hai paura.
5° rigo in chiave di violino: Fa
Sottovalutare il potere della rete è un errore grandissimo. Siamo circondati di persone ogni giorno, tutto il giorno, anche ora che la distanza fisica è temporaneamente limitata siamo vicini sulle piattaforme social o di scambio. Usiamo quel tempo di cui parlavamo prima per comunicare l’idea che people first for health and safety. Se sei riuscito a comunicare empaticamente i tuoi propositi attraverso un’esposizione costante e coinvolgente, allora riceverai dalla rete che hai creato l’aiuto che ti serve per portare avanti i progetti di cui ti farai promotore o che arriveranno direttamente dalla rete. Le persone sono la più grande ricchezza delle imprese, faranno cose meravigliose.
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