Vojnà i mir
I my zrobymo Ukrayinu slavnoyu, kay, kay, rozvesyaysya
Che succede intorno a noi? Cosa proviamo? In cosa speriamo?
Il mondo va a rotoli, due anni di pandemia (con i suoi milioni di morti), la guerra alle porte dell’Europa (con decine di migliaia di vittime) e lo spettro di un conflitto su larga scala ci porta automaticamente a modificare la nostra percezione e il significato stesso della parola “vita”.
Ma si sa, fra guerra e pace la vita continua e non possiamo dimenticare i nostri “piccoli” problemi interni per cui, mentre i principali media ci aggiornano con i loro “bollettini” quotidiani su guerra e pandemia di tanto in tanto appaiono piccoli articoli che gridano vendetta contro un continuo “incremento” delle morti bianche, 1221 il totale per l’anno 2021: 243 per Covid, 248 in itinere e 730 in occasione del lavoro, di cui circa 200 con mezzi di trasporto.
O u luzi chervona kalyna pokhyla…
Centinaia di tecnici esperti, attraverso i loro canali di comunicazione preferiti propongono soluzioni: formazione, cultura, sicurezza comportamentale, sorveglianza, controlli, etc.
Centinaia di voci che, nelle loro peculiarità, urlano in coro che è necessario porre l’accento sulla prevenzione, il telegiornale ci avvisa che anche oggi sono morte persone per Covid e che una nave russa (fortunatamente evacuata) è affondata nel Mar Nero.
Eppure cosa arriva nelle aule del nostro parlamento?
Continue proposte di inasprimento delle pene, ultima l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro nel codice penale, l’art. 589-quater, supportata con forza da alcuni movimenti parlamentari, non sazi dell’inasprimento delle sanzioni introdotte il 21-12-21, spinti solo dall’animalesco desiderio di vendetta.
Ne usciremo vittoriosi solo agendo, ne usciremo vittoriosi solo se avremo coraggio!
I my zrobymo Ukrayinu slavnoyu, kay, kay, rozvesyaysya
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