Siamo in grado di adattarci alle nuove tecnologie che ci aiutano alla guida? No.
La risposta secca e cristallina è perfetta al costo di sembrare arrogante ma occupandomi di pedagogia alla guida, sfruttando un percorso formativo tra il più diretto e innovativo in Europa teso a potenziare le capacità dell’allievo al massimo, mi rendo conto che le persone sono penalizzate non avendo mai ricevuto un’adeguata formazione ma abbiano ottenuto il mero documento e la vita ha insegnato loro come cavarsela. I più fortunati hanno saputo sfruttare una maggiore sensibilità genetica per capire concetti molto nobili alla guida ma esiste un immenso oceano di altre cose.
I veicoli si raffinano, le persone no perché in primis non si è compreso il carattere sociale della condivisione di un luogo pubblico. Non serve dimostrare teoriche capacità alla guida per vanto, ma capire come porsi sia nella percezione del tempo personale che nel luogo in cui si usufruisce di un servizio (la strada pubblica) con la libertà certificata (la patente).
L’introduzione degli ADAS non hanno migliorato la qualità della guida percepita dal conducente: una volta usciti dal concessionario o smesso di documentarsi sul web, all’applicazione pratica tutto cade nel pressapochismo.
Il veicolo continua a essere pericoloso se la guida è distratta da qualunque forma di rifugio (non siamo fatti per guidare che in effetti è un lavoro al 110%). Le case costruttrici hanno installato sistemi di sicurezza di primo livello a loro spese come richiesto in Europa ma non fanno miracoli.
Trasversale è la reazione di passaggio da un veicolo senziente a uno obsoleto, creando latenze mentali nell’adattarsi continuamente alla situazione. Basti pensare a come il cambio automatico rilassi così tanto che il ritorno a un veicolo dotato di cambio manuale provoca un immediato cambio umorale durante l’utilizzo del veicolo nel traffico.
Risolviamolo una volta per tutte allora, corsi di aggiornamento obbligatori perché la vita è una e la formazione latita nelle menti delle persone che si reputano senzienti e preparate: di fatto l’unica preparazione è “a me non succederà”, a questo feeling tutti crediamo ciecamente in ogni ambiente e possibile pericolo in cui ci troviamo.
Saper sfruttare i vari livelli di intelligenza sui veicoli richiede ore e fino alla totale sostituzione di ogni veicolo con quelli di livello 5, guida totalmente autonoma, comporterà una maggiore fatica, omologazione e standardizzazione della guida. Lo affermo con la convinzione di ricerche iniziate nel lontano 2013 e ad oggi la capacità di dare una base di ragionamento e scelta consona che sia un veicolo endotermico manuale, un veicolo elettrico raffinato o incontrando veicoli a guida autonoma in maniera promiscua.
Vivere un’esperienza reale alla guida è fondamentale, aprendosi completamente a nuovi approcci che di fatto, semplificano di gran lunga le risorse attentive canalizzandole verso la giusta scelta, consapevole e di carattere, sfatando miti e supposizioni, decostruendo ogni situazione degli altri conducenti per affermare la propria identità attraverso una guida protettiva e rilassata, basata non sulla percezione errata del tempo ma sulla reale condizione in cui ci si trova.
Da un recente studio condotto da Brainsigns (“spin-off” company dell’università La Sapienza di Roma) la sola simulazione o virtualizzazione non porta affatto miglioramenti, ma a due considerazioni fondamentali dell’evoluzione della specie.
Prima: capire che cambia la loro capacità neuro – attentiva.
[..] Dal punto di vista neurofisiologico, abbiamo visto come il coinvolgimento degli studenti fosse inizialmente simile, ma mentre quelli in presenza hanno mantenuto un livello di attenzione e impegno mentale costante fino alla fine, gli studenti in remoto dopo circa 20 minuti manifestavano segni di disattenzione [..]
Seconda: gli ADAS tendono a ingannare la percezione sulla base della formazione ricevuta.
[..] con gli Adas sono apparentemente entusiasti e convinti che le loro prestazioni di guida ne beneficino, ma in realtà da un punto di vista mentale sono molto più impegnati e disattenti [..]
A Voi seri lettori le considerazioni, lasciandovi con la canzone di Sting “Rushing Water” perché sembra tutto così, una corsa a vuoto turbolenta a consumismo delle informazioni senza aver modo di comprenderle e scegliere.
Leggi anche il precedente articolo di Daniele Bilanzuoli!
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