Sono cresciuto immerso non solo nella musica, ma anche nei film e Bruce Willis, almeno per i film che ho visto, mi è sempre piaciuto. Dalla trilogia con la canottiera sporca di Die Hard, al ruolo del padre che si fa esplodere per il bene dell’umanità e della figlia in Armageddon, passando per quella pellicola geniale di Shyamalan, Il Sesto senso. Nonostante i suoi ruoli di supereroe, alla fine spesso è morto, come cantato nel brano di Caparezza “Kevin Spacey”. Insomma un duro dal cuore tenero.
La notizia del suo danno cerebrale, l’afasia, è stato un duro colpo al cuore. Ma come? Una roccia come lui, capace di salvarsi da un inferno fatto di cristallo, di sfuggire dalla prigionia con la katana come in Pulp Fiction, come può essere così sopraffatto?
La risposta la troviamo in Madre natura a cui non importa chi sei nella realtà o nella finzione e decide per noi.
L’afasia è un danno neurologico che colpisce la nostra capacità di comprendere e di esprimersi attraverso il linguaggio. Milioni di anni di evoluzione grazie al linguaggio e d’improvviso ne perdiamo possesso. Essere impedito nel comunicare deve essere qualcosa di terrificante perché ti disconnette dal mondo. Al diavolo contratti milionari per un film, ville e supercar. In questi casi è il dolore di non poter più essere connessi con il mondo, con i propri figli e i propri cari. Alla fine veniamo ricondotti sempre lì, a ciò che veramente conta nella vita.
Possiamo essere vittime dell’afasia, non solo per mano di Madre natura, ma anche a causa dei nostri comportamenti. Se da un lato possiamo entrare in questo girone dell’inferno a causa di un’infezione cerebrale come l’encefalite, possiamo strappare il biglietto d’ingresso anche con un ictus o un trauma cranico.
Secondo degli studi pubblicati del docente di epidemiologia Mika Kivimaki dell’University College di Londra, l’eccesso di lavoro può favorire la condizione di ictus. In particolare una settimana lavorativa costituita da 55 ore, aumenta del 33% il rischio di incontro a un ictus. Le conseguenze dell’ictus spesso sono devastanti, tra cui la possibile afasia.
Sappiamo che possiamo procurarci un trauma cranico dopo un incidente stradale, o per l’impatto violento della testa senza essere protetti dal casco, o ancora in una caduta dall’alto o, per dirla tutta, anche in una caduta su piano perché inciampiamo o scivoliamo su qualcosa. Trauma cranico equivale a volte al danno dell’afasia.
Se con Madre natura ci possiamo far ben poco, sulla qualità del lavoro, sul worklife balance, sulle scelte che facciamo durante il lavoro abbiamo voce in capitolo. La salute e la sicurezza sul lavoro prendono connotati così diversi perché, come non smetteremo mai di dire, sono uno stato mentale prima ancora che azioni o leggi. Valutare i rischi significa individuare quelle condizioni che possono compromettere la nostra vita in modo irreversibile e porvi limiti.
Le tre figlie di Bruce Willis non hanno scelta se non accettare il destino e impegnarsi affinché il padre possa recuperare, anche se siamo certi che Bruce sarà “duro a morire”.
Comportiamoci in modo che i nostri figli non debbano passare tutto questo.
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