Ci sono cose che immancabilmente ti rimangono in mente più di altre, soprattutto se il ricordo è lontano e, sebbene mi piacciano i quadri, pochi mi sono rimasti impressi dopo così tanto tempo.
Sto parlando del celebre quadro “Il quarto stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1901- Museo del Novecento Milano) icona e simbolo della festa del primo maggio.
Ricordo bene dov’era appeso la prima volta che lo vidi: nel soggiorno di amici di famiglia a Forlimpopoli, un accogliente paesino romagnolo.
Quanto tempo passavo davanti a quel quadro, ignara del significato che realmente avesse.
Con lo sguardo all’insù data l’altezza insufficiente legata all’età, ero incantata dal signore in prima linea, fiero della sua camminata, col cappello che gli para gli occhi ma che tuttavia riescono a parlarti, nonostante siano poco visibili.
Questa fiumana di persone in marcia, calma e composta ma carica di forza, mi ha sempre affascinata.
E chissà se si poteva realmente chiamare “Lavoro” a quel tempo.
Operai che hanno sempre rivendicato condizioni di Lavoro più umane e migliori, in un’epoca che non era poi così scontato lavorare 15/16 ore al giorno e che la tanto a noi cara Sicurezza non era neppure contemplata, lasciando protagonista della scena giornaliera la morte sul posto di Lavoro.
Operai adulti ma anche bambini che a 7/8 anni venivano mandati in miniera a svolgere lavori massacranti , con turni notturni e un’aria irrespirabile.
Già…7/8 anni.
Roba che ha dell’incredibile adesso se guardiamo i nostri figli.
Ci fermiamo mai a pensare in quali condizioni erano costretti a lavorare, con quali mezzi e con nessun tipo di protezione?
Quanta strada è stata fatta nel mondo lavorativo!
Tanta da poterci ritenere privilegiati a lavorare nelle condizioni attuali, con orari flessibili, con protezioni adeguate e con tanta sicurezza in più.
E vi pare poco e solo da rinfrescarlo il 1° maggio?
A me piace pensare a quel signore con la giacca in spalla e a quanto avrei voluto mi raccontasse il lavoro ai suoi tempi e alla faccia che farebbe se gli raccontassi io il mondo del Lavoro di oggi.
Che ovviamente non è esente da morti e criticità, sia chiaro, ma sicuramente è grazie a loro , a chi è venuto dopo ed anche a noi stessi che cerchiamo ogni giorno di rendere il posto di Lavoro un luogo migliore.
(L’immagine di copertina è una gentile concessione dell’Associazione Pellizza da Volpedo, che si occupa della valorizzazione del patrimonio culturale legato alla figura e all’opera di Pellizza e della tutela dei beni culturali e artistici locali. N.d.R)
Visita l’intera rubrica Safety shake!
SCORRI LA PAGINA E LASCIA UN COMMENTO.