C’è voluto un po’ di tempo, ma eccoci qua finalmente a un concerto. Chissà se è il caso o c’è qualche disegno che ha voluto che, dopo due anni di pandemia, ricominciassi le mie serate con la musica dal vivo con gli Inhaler, o meglio con il figlio di Bono degli U2, una delle mie band preferite.
Ci sono state altre occasioni in questo periodo, ma seduti e mascherati sembrava più di vivere una punizione che altro, non più tardi pochi giorni fa Queen at the opera, uno show che ti consiglio di andare a vedere.
Tornando a ieri sera, si è quindi consumato il concerto più breve della mia storia. 60 minuti, non che potessimo chiedere di più alla band Irlandese che ha realizzato ad oggi un solo album. Magazzini Generali era molto pieno, un pubblico mediamente giovane a parte i matusa come me forse spinti più dagli U2 che da altro.
A dire il vero la loro prima opera a me è piaciuta, con il suo rock leggero e sonorità vagamente ammiccanti al post punk anni ’80.
L’esibizione mi è piaciuta, dovessi dire che mi ha estasiato mentirei, ma spezzo una lancia in favore del gruppo giovanissimo che magari dovrà farsi un po’ d’esperienza sul palco. Elijah Hewson sembra un predestinato, il resto del gruppo fa arredo.
Che dire della sicurezza?
Tra tutti i pasticci che fa il Governo, c’è anche quello dell’obbligo di mascherina in un luogo chiuso come un locale per concerti. Prima dell’inizio dello show la mascherina era indossata da una persona su venti, dopo l’inizio delle danze ancora meno. Sinceramente mi sono sentito un po’ a disagio perché comunque eravamo tanti e il pensiero che la nostra espirazione stesse generando una grossa nube di virus aerodisperso c’era.
Il punto è che la gente non sa più come comportarsi. Per lo meno prima c’era il fantomatico Comitato tecnico scientifico che ti confortava sulle scelte fatte giustificandone la fondatezza. Adesso che il Comitato è sciolto e le scelte sono puramente politiche un po’ di dubbi sorgono su come viene condotta la vicenda.
Prima avevano fortemente raccomandato l’uso della mascherina, pochi giorni dopo è tornata obbligatoria perché i datori di lavoro non possono esporsi all’infortunio sul lavoro del contagio da virus. Nel mentre il resto dell’Europa convive realmente con il virus nel senso che ha abolito le regole a cui noi siamo così tanto legati.
Mi piacerebbe sapere se il numero dei contagi quotidiano, ma soprattutto il numero di ospedalizzazioni e morti “reali” di covid sono in linea o meno rispetto ad altre influenze, ma ormai i media ci hanno abituato a sorbirci numeri assoluti e tutto sembra gigantesco.
Per me la sicurezza è un’altra cosa.
È la capacità di tutelare la persona e questo non vuol dire immobilizzarla in uno scafandro isolandola da ogni tipo di rischio.
In questo modo il grande rischio che corriamo è che quella persona diventi matta. Non ho titolo per classificare la gravità o meno della situazione attuale, ma di una cosa sono certo: se nessuno fa chiarezza e si continua con scelte a mirra, non possiamo pretendere poi di essere anche credibili. Basterebbe che si togliessero tutti la maschera e mostrassero una faccia onesta.
Darling, I just can’t find my honest face, my honest face
Leggi anche il precidente articolo di Stefano Pancari!
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