Bastano poche note di uno dei capolavori del Maestro Ennio Morricone per riportarmi alla memoria le intense immagini del film C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA del grande regista Sergio Leone che con maestria ha saputo dirigere un film di primo piano a livello mondiale.
Si tratta di una pellicola che ho già visto tante volte e che tante volte ancora vorrò rivedere per la bellezza della colonna sonora, la malinconia dei colori e l’intensità dell’interpretazione di Robert de Niro, soprattutto in alcune scene in cui comunica con i soli occhi grandi emozioni allo spettatore.
Come ogni opera che narri vicende ambientate in un certo periodo storico, C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA rappresenta in ogni sfaccettatura i costumi dell’epoca in questione, ossia i primi anni del Novecento in America. Tutto, a partire dalla scelta dei colori, delle auto, dei vestiti, rappresenta fedelmente la cultura del periodo di riferimento, così come anche gli stessi atteggiamenti e comportamenti dei protagonisti della narrazione. Un vero capolavoro, che niente ha a che vedere con certi film hollywoodiani in cui si rappresentavano – ad esempio – personaggi dell’antica Grecia o dell’antica Roma con movenze, accenti e atteggiamenti tipici degli anni ’50, stile James Dean, tanto per intenderci.
Tornando al corretto contesto storico di un film, si può senz’altro dire che se si calasse nella seconda metà del secolo scorso non potrebbe fare a meno, ad esempio, di rappresentare le persone intente continuamente a fumare, abitudine che imperversava in gran parte della popolazione e che (fino agli anni ’80) era possibile mantenere anche in ambienti chiusi quali cinema, teatri, ristoranti, autobus, treno e perfino aerei; per non parlare poi di scuole e ospedali, dove era comunque tollerato (ne sono stato testimone diretto).
Non si trattava certo di una massa di persone incoscienti, quanto piuttosto ignoranti del rischio che si correva a causa di quell’atteggiamento che – insieme ad altri – ha fatto parte della cultura di diverse generazioni per tanti anni: una volta ho sentito persino dire che “un vero uomo deve fumare…” (sigh!).
Ecco perché un film riferito a quegli anni non può esimersi dal rappresentare questo aspetto: non che oggi il fumo da sigaretta sia stato debellato del tutto, ma di certo è un comportamento che riguarda oramai una minoranza, seppur nutrita, di soggetti, rispetto a quanti non fumano e sono pronti ad esporsi in prima persona affinché il divieto di accendere una sigaretta sia rispettato nei luoghi pubblici.
A volte allora mi domando quale sarà il comportamento distintivo che contrassegnerà il periodo che stiamo vivendo oggi, primo ventennio del 2000. Mia figlia frequenta la scuola materna e spesso si diletta a colorare, con pastelli o acquarelli, dei disegni già stampati in bianco e nero.
È uno dei suoi divertimenti preferiti ed è sufficientemente brava. Non che rispetti i contorni, anzi… ma dicono che bisogna lasciarli fare, che non bisogna costringerli a questa età a “restare nei confini del disegno”, perché così facendo si limita in un certo senso la loro libertà.
A volte mia figlia esagera e comincia a colorare diversi oggetti vicini con il medesimo colore, come se non ci fosse discontinuità tra loro: allora cerco di intervenire, come quella volta che da lontano ho visto che stava imbrattando di verde il volto della piccola Heidi ritratto su un grande album.
“No, tesoro! Non rovinare il volto di…”
Non avevo ancora finito la frase, quando avvicinandomi mi sono accorto che non lo stava affatto imbrattando, anzi… stava aggiungendo al disegno un tocco di originalità: con un pennarello verde aveva disegnando una mascherina di stoffa a coprire bocca e naso della sua piccola eroina.
Ecco cos’è la “cultura”, il “modo di fare le cose”: per la mia piccola, come per tanti altri bambini, è normale osservare le persone con una mascherina sul volto e quindi, anche se nel disegno non era presente, mia figlia ha pensato bene di aggiungerla, perché… è così che si fa.
Quando un comportamento è così tanto diffuso tra la gente, esso diventa parte della nostra cultura grazie all’esempio che i più danno agli altri: per questo è bene che la nostra quotidianità sia imbevuta di esempi corretti, così da creare una cultura sempre più sana e sicura.
Chissà, forse i film che narreranno il periodo che stiamo vivendo privilegeranno, tra gli atteggiamenti da rappresentare, proprio l’utilizzo generalizzato della mascherina. Speriamo solo che la pandemia finisca presto, così da poter consegnare definitivamente questo comportamento alla storia, per sempre.
E ora, ascoltiamo insieme il tema di C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA, per sognare un po’, con la giusta malinconia che solo l’arte sa a volte regalare.
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