Ospite di Stefano Pancari oggi a B-SIDE: Gianni Maroccolo, musicista, compositore e produttore
Gianni, la tua carriera è talmente vasta che è più facile parlare del tuo lavoro più recente! Come nasce Mephisto Ballad?
Tutto è cominciato da un’idea di Bruno Casini, che ci propose una serie di eventi per il Museo Marino Marini di Firenze, per raccontare il movimento anni ’80 a Firenze. Io e Aiazzi, con cui ci siamo resi conto di non aver mai fatto un disco in duo, abbiamo pensato a una rielaborazione di E.F.S. 44 dei primi Litfiba. Da lì è nato un progetto pianoforte e basso. Il Covid purtroppo ha cancellato gli eventi, e con Antonio abbiamo deciso di farne un album, che nasce da una serie di suggestioni e stimoli. In circa 15-20 giorni l’album era pronto.
Mephisto Ballad è un album che impone l’ascolto.
Si narra con il linguaggio musicale del nostro tempo. Ho sempre cercato di vivere con la consapevolezza del contesto temporale del momento. La composizione è un flusso che non voglio interrompere. Sono sicuro che la musica sia qualcosa che migliora gli esseri umani.
Cosa percepisci dal contesto attuale?
Stiamo vivendo almeno 15 anni di profonda mutazione. Il Covid è solo un dettaglio, non bisogna concentrarsi su quello. La vita cambierà per tutti profondamente. Non voglio dire che c’è un peggioramento o un miglioramento, di sicuro si sta andando verso una mutazione. Penso che in futuro si allargherà la forbice tra chi capisce in che periodo stiamo vivendo e chi non avrà questa consapevolezza. Da 20 anni viviamo nell’ovatta in Italia, con l’idea che il frigo pieno o l’abbonamento alla tv siano la felicità. Le persone dovranno ritrovare la voglia di cooperare, di costruire qualcosa insieme. Ci hanno costretto al dualismo, dobbiamo ritrovare una società dove ci sia collaborazione.
Mephisto Ballad sarà presentato in anteprima il 28 ottobre al Politeama di Prato, e il 31 ottobre ci sarà la prima all’interno del Roma Europa Festival.
Articolo e postproduzione video di Graziano Ventroni
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