Non esiste montagna abbastanza alta.
Qualche settimana fa ho avuto modo di leggere un interessantissimo articolo di Allegra Guardi dal titolo coinvolgente “La nuova hit della sicurezza: come affermarla”.
Nell’articolo in questione, Allegra da esperta di comunicazione è stata capace di farmi notare un punto di vista che non avevo mai considerato, ossia non chiudere completamente con un cambiamento netto, ma portare al nuovo con una melodia già conosciuta come fosse un remixe di una canzone.
Ho pensato molto a quanto leggevo e mi è subito apparsa una canzone che ancora oggi è capace di trasmettermi svariate emozioni ascoltandola, a seconda se si tratti dell’originale oppure delle versioni che si sono susseguite.
In alcuni casi una lieve variazione in una canzone accompagna verso la trasmissione di messaggi nuovi, in altri casi il messaggio è talmente coinvolgente da continuare ad essere trainante in qualsiasi forma venga declinato.
“Ain’t no Mountain High Enough” è un brano scritto nel 1966 e portato al successo un anno dopo dal duo Tammi Terrell e Marvin Gaye, edita dalla Motown.
Nel 1970 la canzone viene reinterpretata da una delle voci femminili soul più importanti del panorama non solo di allora, la leggendaria Diana Ross, attraverso una nuova versione di altrettanto successo, con sonorità che più sono nelle corde della celeberrima etichetta americana.
In questi 51 anni si sono susseguite ulteriori cover, ma le due precedenti versioni a parere mio restano le migliori. Colonna sonora di molti film quella di Terrell e Gaye, addirittura in due completamente differenti tra loro come “Sister Act”, la famosa commedia americana con Whoopi Goldberg, e il drammatico “Nemiche amiche” con Susan Sarandon e Julia Roberts.
Una canzone che già nel titolo e nel suo ritornello rappresenta il messaggio che vuole lanciare rafforzandolo nel ritornello, sia esso cantato dalla Terrell insieme a Gaye, sia da Diana Ross :
Ain’t no Mountain High Enough
Ain’t no valley low,
Ain’t no river wide enough, baby
To keep me from getting to you baby
Non c’è montagna abbastanza alta
Non c’è valle profonda
Non c’è fiume abbastanza selvaggio
Che mi trattiene ad arrivare a te
Quando ho iniziato a scrivere desideravo che arrivasse al lettore un messaggio di forza individuale, come sia fondamentale in un periodo come questo non mollare nonostante le avversità e trovare quella forza.
Ieri però mi è apparsa una notizia che mi ha colpito come un pugno nello stomaco, quelle notizie che fanno male quando si leggono.
Un incidente sul lavoro, l’ennesima morte, ma questa volta la vittima era una giovane ragazza di 23 anni con un figlio di 5.
E ieri sera mentre ho riascoltato questa canzone e leggevo la notizia sui social o in alcuni post, mi sono reso conto che stiamo vivendo in una società in cui morire sul lavoro è ancora visto da troppe persone come una triste fatalità inevitabile.
Non me ne voglia male nessuno, ma da anni quando sento il termine morte bianca la mia schiena si comporta come se un ragno la stesse percorrendo. Mal digerisco questo termine, sembra quasi si volesse beatificare la morte e considerarla come un segno del destino.
Credevo che questo periodo pandemico potesse evidenziare la sicurezza come valore imprescindibile in una società che tale si vuole considerare, ma forse mi sbagliavo.
Non possiamo accettarlo, la montagna non è abbastanza alta per impedirci di trasmettere quei valori e quella cultura necessaria, la sicurezza non si baratta.
Ogni giorno vediamo foto che ci arrivano da Marte, l’impossibile non esiste e non possiamo accettare che ci sia la possibilità che una giovanissima mamma esca di casa e non torni più da suo figlio.
Sogno un mondo pieno di Safety Rockstar come voi .
Lo sogno per i miei figli, per i nostri ragazzi.
Se siete arrivati sin qui vi ringrazio, ora premete sui video in alto, sentite una delle due versioni o entrambe.
La montagna non è abbastanza alta.
Dedicato a Luana.
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2 commenti
Sintesi attenta e profonda !!!
Come esprimere l’amore e renderlo semplice grazie ad un sentimento che ti fa scalare le vette più alte senza fatica !!!
Caro Marco!
Il tuo articolo è, a dir poco, stupendo! Sarò sincero… durante la lettura, soprattutto verso la fine, i miei occhi sono diventati lucidi.
Credo che non serva aggiungere altro…