Nei miei articoli parlo spesso degli aiuti alla guida, fondamentali per traghettarci verso uno stile di guida sicuro. Ricapitoliamo i tre step evolutivi della guida autonoma chiarendo perché livellare cinque step sia del tutto inutile e fuorviante.
Lo scopo principale dei veicoli è quello di fornire l’accesso alla mobilità al maggior numero di persone possibile. Quindi, dal punto di vista del consumatore, si può guidare da soli, essere assistiti o essere guidati.
A questo proposito, esistono solo tre modalità di automazione dei veicoli, come postulato in precedenza da Euro NCAP, For Safer Cars:
- guida assistita: Siete voi a guidare e siete responsabili della sicurezza della guida. Il veicolo si limita a fornire assistenza.
- guida automatizzata: il VEICOLO guida parti del viaggio ed è responsabile della sua sicurezza. L’utente diventa un passeggero fino a quando non vengono raggiunti i limiti del sistema e sia la guida che la responsabilità della sicurezza vengono trasferite nuovamente all’utente. Pertanto, l’utente deve rimanere in grado di guidare per tutta la durata del viaggio.
- guida autonoma: il VEICOLO guida per tutto il viaggio ed è responsabile della sua sicurezza. VOI siete diventati un passeggero, anziché un conducente.
Voi cosa ne pensate?
Non sono l’unico a ritenere sufficiente a chiara una definizione più compatta.
I conducenti che hanno la fortuna di avere una dotazione di secondo livello hanno il terribile vizietto di disattivare gli interventi pensando di essere in grado gestire la situazione nwl miglior modo. I più giovani che possono guidare vetture vecchie ed ereditate, non ne usufruiscono. Chi ha il pane non ha i denti e chi i denti non ha il pane.
Ciliegina sulla torta, chi scrive ha condotto una piccola ricerca in cui si evince la totale integrazione dei sistemi di aiuto sui nuovi allievi: il grado di accettazione è pressoché totale negli Under 30 .
La guida che ne deriva è rilassata andando ad abbattere il paradosso del conducente: più si guida ponendo attenzione ad una possibile situazione pericolosa più si aumenta la possibilità di non intervento corretto per tale situazione e, viceversa, più si guida rilassati (beninteso concentrati e non distratti) più il corpo è libero di espandere visone periferica e campo di profondità migliorando la segmentazione semantica della scena e anticipando possibili situazione a rischio, lasciando libero sfogo agli automatismi.
Negli Stati Uniti la guida autonoma sta dando molti risultati positivi: le infrastrutture sono qualitativamente superiori alle nostre.
In Italia le strade urbane sono un disastro, diciamocelo, tra segnaletica orizzontale assente o senza una vera manutenzione, fondo stradale tenuto in maniera indecente, segnali verticali confusionari in moltissimi casi. Non sono qui a fare un processo discutendo delle cause, non c’è alcuna seria volontà nell’intervenire sulla sicurezza stradale nel profondo della questione, come se immettere una nuova specie di veicolo a due ruote elettrico facilitasse la cosa: se le persone non sono abituate a pensare a 360 gradi, ogni nuova forma di mezzo che diversifichi ulteriormente la situazione sulle strade, non farà altro che complicare la stessa.
Il piano formativo è obsoleto e ogni Ministro, a prescindere dal partito di provenienza, ha sempre snobbato proposte tese a migliorarlo: non essere ricordato come la persona che ha imposto una modifica a discapito delle tasche delle famiglie sembra essere la priorità.
Inoltre, ogni direttiva europea contenente modifiche del codice della strada è stata recepita allo scadere dei cinque anni, facendo trovare impreparati tutti nel disinteresse totale.
Come la guida autonoma arriverà in Italia per aiutare la formazione e quando verrà accettata dai patentati, non l’ho ancora capito ma sono sicuro da almeno quattro anni serve eccome fin dai primi approcci pedagogici.
Splendida colonna sonora, dall’ultimo album appena uscito, l’amico Kent Hilli cantante dei Perfect Plan, la canzone è Can’t Lee You Win, buon ascolto!
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