L’inizio dell’anno di solito scandisce il via alla preparazione della lista dei buoni propositi, ovvero a definire quali obiettivi desideriamo raggiungere entro il 2022, facendo tesoro delle situazioni vissute nell’anno precedente. Dopo la “letterina a Babbo Natale”, ecco che siamo pronti ad un nuovo elenco di desideri.
Ma prima di prendere carta e penna o il proprio smartphone per appuntare idee e costruire/definire progetti, non vi sembra manchi qualcosa?
Dobbiamo accogliere il nuovo anno e tutto quello che ci regalerà, senza fare programmi.
Va benissimo essere ambiziosi e stilare dei tasks da raggiungere, ma prima dobbiamo allenare la mente e prepararla ad essere libera da pregiudizi o bias del passato che ci impediscono di guardare al futuro con positività e serenità. Ognuno di noi ha “gli scheletri nell’armadio”, ma non permettiamo che prendano il sopravvento e ci intossichino il presente e il futuro.
Il nuovo anno solitamente è portatore di cambiamento: per alcuni un nuovo lavoro, per altri la presenza di un nuovo collega all’interno del team e per altri ancora un nuovo amore appena sbocciato.
Insomma che si tratti di vita privata o professionale, l’inizio dell’anno è ricco di novità!
Per capire meglio cosa significa allenare la propria mente al nuovo, vi propongo una situazione che può capitare in ambito professionale.
Il capo ci ha comunicato che tra due settimane entrerà a far parte del team un nuovo collega.
Bella notizia, vero?
Sicuramente all’inizio c’è entusiasmo, ma ad onor del vero il nuovo spaventa, destabilizza gli equilibri, genera preoccupazione.
Vediamo insieme come è possibile prepararsi al meglio per dare il benvenuto alla nuova persona all’interno del gruppo.
Ecco i 5 passi/consigli per accogliere il/la nuovo/a collega con un approccio positivo:
- Gentilezza: rompete il ghiaccio! Accogliete e date il benvenuto al nuovo collega con cordialità, magari davanti alla macchinetta del caffè oppure invitatelo a pranzo. Siate gentili!
- Ascolto Attivo: mettevi davvero in ascolto, lasciate che vi racconti qualcosa di sé, senza affrettarvi a rispondere o commentare. Non fate troppe domande sulla sua vita privata, potrebbe essere riservato inizialmente e chiudersi “a riccio”.
- Condivisione: per usare un inglesismo che amo molto… sharing! Condividere è fondamentale per accompagnare all’ingresso (on-boarding) una persona che non sa nulla del team e delle logiche aziendali.
- Feedback continui: dategli/le consigli, ma senza giudicare! Verranno sicuramente apprezzati.
- Comprensione: last but not least, ricordatevi che il “nuovo arrivato” ha bisogno di tempo per imparare ed integrarsi: ognuno ha i propri tempi di adattamento. Siate comprensivi/tolleranti se dovesse commettere errori o fare domande che a vostro avviso sono “banali”.
Seguite questi semplici passi, ricordandovi di farlo “in sicurezza”.
L’ambiente di lavoro, infatti, è ricco di imprevisti per chi deve apprendere una mansione… per il neo-assunto tutto è una novità perché il ruolo è declinato in azienda diversamente da come l’ha ricoperto in precedenza.
Concludo con una citazione di Claudio Compagni (e una mia riflessione finale), Direttore di Esercizio presso Funivie Folgarida Marilleva e Ambassador di Italia Loves Sicurezza; Claudio lavora ogni giorno per tutelare la salute e sicurezza delle persone e soprattutto non ama essere identificato con il suo job title (ruolo), segno di profonda umiltà.
“Coinvolgere, seminare ed essere d’esempio. Il coinvolgimento è imprescindibile. I lavoratori devono essere coinvolti ad ogni livello, devono essere attori protagonisti, non soggetti passivi di un insieme di regole.”
Claudio, nell’intervista, condotta abilmente da Stefano Pancari (guarda la sua intervista al Live delle Safety Rockstar) ci ricorda i tre pilastri della Leadership che nell’ambito della Salute e Sicurezza acquistano maggior valore per garantire un ambiente di lavoro “protetto”. E punta l’attenzione sulla condivisione, linfa vitale per accogliere qualcuno e creare un clima positivo ed un ambiente di lavoro sicuro.
Tutti, soprattutto nei momenti complicati o nel momento in cui usciamo dalla nostra area di comfort, cerchiamo costantemente di costruire il “Cerchio della Sicurezza”, i cui effetti benefici sono spiegati egregiamente da Simon Sinek nel suo libro “Ultimo viene il Leader. Perché alcuni team sono coesi e altri no”.
Per poter raggiungere questo obiettivo è di primaria importanza trovare un ambiente di lavoro adatto, sicuro ed accogliente!
Ricordiamocelo la prossima volta che entrerà a far parte del nostro team un/a nuovo/a collega!
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