C’è chi dice no. Facile a dirsi? E sul lavoro?

di Simona Bargiacchi
C'è chi dice no. Facile a dirsi? E sul lavoro?

Fare di più, accettare ogni piccolo incarico, ogni nuovo progetto… Oppure concentrare le energie per fare bene il lavoro ad alto impatto?
Personalmente ho sempre avuto la curiosità di imparare e fare tante cose diverse, dire “No” ad una nuova idea o ad un’opportunità era quasi impensabile, oltre che estremamente difficile per la “pressione sociale”.
Con gli anni ho capito quanto è importante selezionare e dedicarsi ad un numero limitato di attività cruciali per ottenere risultati. Risorse ed energie sono limitate, se le investiamo in mille direzioni difficilmente otterremo risultati significativi, saremo sempre “impegnati” sentendoci però poco efficaci.

Resta il fatto che dire NO in azienda rimane uno scoglio, per molti dire di NO ad un supervisore è quasi impensabile.

Perché dire NO è così difficile?

📍 Negativity Bias: siamo portati naturalmente (retaggio dai nostri antenati) a reagire in maniera più forte ad eventi negativi, che ci restano in mente per molto più tempo. Ci si ricorda di un NO per molto più tempo rispetto al ricordo del SÌ. Dire NO significa imprimere nella mente dell’altro un ricordo negativo per molto tempo…

📍Paura di perdere un’opportunità. La cosiddetta FOMO (Fear of missing out), ci porta a sovrastimare le opportunità che abbiamo davanti e che un NO potrebbe precluderci.

📍Timore di “rompere gli equilibri“, dire no ad una richiesta di un collega o supervisore è come deludere le loro aspettative, con un conseguente impatto negativo sulla relazione (almeno a breve termine).

📍Non abbiamo chiaro cosa è essenziale: quando tutto è percepito allo stesso livello di importanza come si fa a scegliere? Non avendo criteri chiari si tende a dire SÌ a tutto ciò che ci capita.

📍Non prendiamo tempo per pensare, per stimare l’effort necessario e calcolare il rapporto sforzo/beneficio che ogni nuova proposta porta con sé.

Come creare in azienda le condizioni per “dire no in sicurezza” e in maniera consapevole?

📍Cultura della comunicazione aperta e del feedback a 360°, in cui sentirsi liberi di scambiarsi opinioni indipendentemente dai ruoli.

📍Avere obiettivi chiari e condivisi a livello aziendale e di team (se ognuno conosce le priorità dell’altro sarà facilitata la comprensione reciproca e la collaborazione).

📍Cultura del “meno ma meglio”, focalizzarci su pochi obiettivi chiave invece di premiare la logica del “cercare di fare tutto”.

La sicurezza in azienda passa anche dal poter dire NO con consapevolezza.

Senza essere “bollati” come non collaborativi.

Senza essere esclusi da future opportunità.

Senza il timore di prendersi il tempo di valutare in base alle attività in carico.

SCORRI LA PAGINA E LASCIA UN COMMENTO.

Potrebbe interessarti

Lascia un commento