Amo la mia indipendenza.
Che sia mentale o fattuale, quella indipendenza di pensiero che mi arriva alle spalle improvvisa e mi fa prendere decisioni vincenti, sì io la amo.
Quella organizzativa che mi fa disfare e ricostruire i tasselli di una giornata per avere un piccolo spazio per me, per condividerla con un amico, la trovo salvifica e formativa per cui ancor di più mi necessita.
L’ indipendenza del mio passo che, collegato al mio pensiero, si fa impaziente ed accelera e mi porta in uno spazio d’Arte dove la mente si distende, approfondisce, sta in safety, dove il pensiero ricorda e proietta immagini o le crea, io la amo profondamente.
L’ indipendenza che mi fa dare un tu empatico ed improvviso ad una ragazza, che bel nome Aurora , che sta creando con le mani meravigliose minuscole chiavi di violino in leghe da portare al collo, io la amo.
Quella indipendenza rock… non siamo solo un ruolo…
Quella indipendenza che mentre cammino tra la gente, in una domenica assolatissima, mi fa cantare con un ragazzo, la chitarra al collo, l’indimenticabile Rino Gaetano o provare a seguire le movenze di un mimo etereo, io la amo. Perché il cielo “è sempre più blu” se lo guardi in modo rock, segui il corso imprevedibile delle nuvole, facendoti sorprendere dal vento improvviso ed avvolgente.
Amo l’indipendenza della mia organizzazione e quella del mio ozio che mi porta a gustare incuriosita un tè di sentore esotico o ad ammirare estasiata una scalinata barocca.
Trovo che gli Uomini amino infinitamente questa indipendenza e che questa indipendenza dia un tratto di femminilità forse ribelle ma sempre radiosamente irresistibile. E trovo super rock la luce del sorriso che quell’indipendenza dona.
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