Ultimamente mi è stata posta la domanda: la sicurezza non è solo applicazione della legge?
In una scena del film di fantascienza “Io, Robot”, il protagonista Del Spooner racconta un episodio del suo passato in cui, vittima di un incidente stradale in cui era coinvolta anche una bambina, era stato salvato da un robot. Il robot, non potendoli aiutare entrambi, aveva calcolato velocemente le probabilità di sopravvivenza dell’uomo e della bambina, stimato come più alta quella di Spooner e tratto in salvo lui. E questo nonostante Spooner gli avesse ordinato di fare il contrario.
Le leggi servono e sono importanti, ma se anche ci trasformassimo tutti in androidi programmati per seguire alla lettera tutti i dettami del Testo Unico sulla Sicurezza, non sarebbe ancora sufficiente. Anzi, in alcuni casi potrebbe essere controproducente.
Per fare sicurezza ci vuole la scintilla in più. Per questo si parla di comunicazione, per questo si parla di cultura della sicurezza. La cultura non è programmazione, non è un insieme di bit. Certo, è legata alle abitudini e le abitudini si avvicinano molto al concetto di “programmazione”, ma le leggi trovano la loro massima realizzazione quando vengono calate nella realtà e per realtà non intendo solo quella numericamente oggettiva che può calcolare un computer.
Dopo tutto non è un caso se nel mondo della sicurezza si parla molto di “valutazione”. Si valutano, appunto, i numeri… ma si valutano forse ancora di più le dinamiche, le relazioni, le situazioni nel loro insieme e lo si fa con quella scintilla, con ciò che ci distingue dalle macchine. Spesso è questo che porta a concretizzare un’azione sicura e ad evitarne altre che non lo sono.
È attraverso un accurato lavoro sulla comunicazione della sicurezza che si raggiunge la capacità di (e la consapevolezza per) prendere le leggi e imprimervi un valore aggiunto. Imparare ad interpretare a seconda dei contesti… non nel senso di dare la lettura più comoda, ma quella più giusta.
Disegnare una comunicazione della sicurezza chiara, di impatto e affascinante, capace di motivare, smuovere emozioni e riflessioni: questo serve oltre alle leggi. Diversamente continueremo ad infrangerle o, nel migliore dei casi, applicarle in modo così asettico dall’uccidere tutte quelle emozioni che rendono una Safety Rockstar ciò che è.
Guarda l’intervista di Allegra Guardi a TADÀ sul tema della comunicazione della sicurezza.
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