Ospite di Stefano Pancari oggi a B-SIDE: Massimo Bonelli, discografico, ricercatore musicale e scrittore
Massimo ci racconti la tua carriera?
Sono tanti anni che lavoro nella musica. A volte mi stupisco di quello che ho alle spalle. Considero di aver lavorato con circa 400 artisti. Nel 1971 sono entrato in EMI, ero un ragazzino e facevo promozione. Sono diventato Direttore Generale della Sony, ma ho mantenuto quella mente promozionale. Mi sono poi occupato anche degli aspetti di marketing.
Come si riconosce un disco di successo?
Per me deve saper comunicare il contenuto dell’album e la personalità dell’artista. Oggi il ruolo del discografico non esiste più, è delegato alla tv. In passato l’arrivo delle radio ha dato una marcia in più, anche se per altri aspetti non è stato un impatto positivo, perché hanno svolto un po’ il ruolo di direttore artistico.
Cosa hai fatto dopo la Sony?
Concluso il mio lavoro da discografico ho iniziato a fare delle mostre, con gli oggetti che gli artisti mi regalavano. Poi ho portato in mostra artisti che hanno dipinto i musicisti, poi mostre fotografiche e così via. Alla fine tutto questo è finito anche nei libri!
Ci parli del tuo ultimo libro?
Il titolo è “Rockonti, storie al confine tra fantasia e realtà” Sono racconti che mischiano la realtà con la fantasia, una fantasia che non stride mai con la realtà, ma ti fa volare. La fantasia è libertà, non può essere contraddetta. Immagino il lettore come un ascoltatore di musica. Quando parli di certi personaggi hai bisogno di note che ti facciano sognare!
Articolo e postproduzione video di Graziano Ventroni
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