Papers, please

di Andrea Trespidi
Amici di ROCK’N’SAFE, bentrovati!
 
Com’è andata con Father and Son? Avete giocato? Cosa vi lasciano questi videogame? Questo nuovo linguaggio mediale, dove la narrazione non è più vissuta né in terza né in seconda persona, non è lui o lei, non sei tu, ma sono qui io! Io che ho salvato la principessa, io che ho superato gli schemi di livello.
 
Il videogame rappresenta veramente un linguaggio dove lo spettatore diventa “spett-attore” per usare un termine sempre del mio grande riferimento in questo mondo, Fabio Viola.
 
Il secondo videogame che ti propongo di giocare è “Papers, please” dove si interpreta un ispettore di frontiera che ha a che fare con l’immigrazione. A lui spetta il controllo delle carte, a lui spetta decidere chi entra e chi no.
 
Perché giocare a “Papers, please”? Perché si capisce che cosa vuol dire, si è coinvolti in un lavoro dove si ha la misura reale e immediata dell’impatto che il proprio lavoro ha sulla vita degli altri. E anche delle soddisfazioni che si hanno nel proprio lavoro, perché in “Papers, please” sperimenterete il fatto che lo stipendio non basta, che nell’immigrazione vi saranno proposte delle bustarelle, delle tangenti. Certo non è morale, certo non è etica. Ma è un videogame e serve per sperimentare nuovi linguaggi!
 
Buon gioco a tutti e un arrivederci da Andrea Trespidi con questo nuovo e molto giocoso Playlist!

 

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