Protagonista del nostro Live di oggi è Giovanni Laureano, HSE.
Giovanni, come hai iniziato a lavorare nel mondo della sicurezza?
Tutto è iniziato grazie a un mio professore di chimica, che mi fece partecipare a dei corsi per la sicurezza negli stadi. Tutto è iniziato da lì, nei grandi eventi. In seguito il tutto si tradusse nel mestiere dell’RSPP.
Oggi lavori in un’azienda che si occupa di galvanica, in cui è importante creare un business etico.
La galvanica è un settore con molte insidie. Nel mio ruolo di HSE oltre alla sicurezza e alla salute sul lavoro, devo pensare anche alla sicurezza ambientale.
Qual è lo strumento più importante nel tuo lavoro?
L’informazione alle persone è basilare. I lavoratori devono essere addestrati e formati. Nella mia realtà ci sono tanti giovani. La consapevolezza e l’informazione attecchiscono più velocemente. Se c’è un problema coi DPI, ad esempio, te lo segnalano subito. In contesti con lavoratori più anziani può capitare che siano abituati a lavorare in un certo modo e ti dicano “Abbiamo sempre fatto così”, che è la frase più pericolosa parlando di salute e sicurezza.
Il segreto quindi è la comunicazione?
I ragazzi e le ragazze comunicano molto tra loro e coi capi reparto, che sono comunque giovani. C’è poi l’ausilio dell’RLS che riesce a fare un lavoro di coordinazione delle informazioni. L’informazione deve essere puntuale e contestualizzata, non deve mai essere troppa. Per non generare confusione deve essere sintetica.
Quindi è importante anche la collaborazione tra i vari reparti e ruoli?
Assolutamente. Sbaglia l’RSPP che ti dice: “Devi metterti il DPI perché se no ti faccio la lettera di richiamo” o “perché se no l’azienda prende la multa”. Il DPI va messo perché riduce o annulla un potenziale rischio. Deve passare questo messaggio. Un’altra cosa importante ad esempio è il collega che ti avvisa se hai un DPI messo male.
La sicurezza è un bene collettivo. In questo senso un’adeguata comunicazione è funzionale?
Esattamente. In azienda quando cambia una determinata sostanza, o c’è un’attrezzatura nuova, ne viene subito data informazione e comunicazione. Un mio consiglio è quello di non smettere mai di essere creativi in ciò che facciamo. L’informazione può essere data in tanti modi. Oggi siamo avvantaggiati dalla tecnologia, che ci può aiutare a dare una maggiore qualità all’informazione che vogliamo dare. In questo i giovani forse sono più avvantaggiati.
Articolo e postproduzione video di Graziano Ventroni
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