Nell’ultima puntata del dicembre 24 scorso, parlavamo dei disagi mentali e delle ripercussioni sulla capacità lavorativa nei contesti sociali. Stress legato al lavoro, al burnout, alla precarietà finanziaria, alla gestione della vita privata.
Ci siamo lasciati con una promessa: “Dobbiamo parlarne. Dobbiamo farlo assieme!”
Nel frattempo, il 19 febbraio 25 a Verona, ho partecipato ad un evento su Welfare e Wellbeing, organizzato da Laborability, un media tech company che aiuta aziende e persone a capire come funziona il mondo del lavoro; lo fa in chiave innovativa, chiara, diretta, semplice. Il tema dell’evento era il Benessere nei contesti lavorativi, declinato in molteplici sfaccettature e le varie connessioni con i piani welfare aziendali, i quali possono facilitare il rapporto vita-lavoro.
All’evento erano presenti ben 7 realtà di settore:
- Lianecare -> bilanciamento vita-lavoro e caregiving
- Stimulus -> integrazione psicosociale e performance
- Planeat -> promuovere il benessere attraverso pause pranzo sane, riducendo gli sprechi alimentari
- Buddyfit -> wellness accessibile a tutti, fitness, nutrizione e mindfulness. Tutto in una app a disposizione della popolazione aziendale
- IBM -> come migliorare le competenze digitali tramite una piattaforma gratuita
- CSB -> il centro per la salute mentale dei bambini, che ha illustrato come le aziende possano supportare i dipendenti nella genitorialità creando una cultura inclusiva
- DRITTO -> una piattaforma tech che attraverso il welfare pubblico permette alle persone di ricevere fino a 980€ in media all’anno per usufruire dei bonus spettanti, senza impattare sul costo del lavoro delle aziende
Un incontro molto stimolante, che apre a scenari innovativi e confortanti, in mezzo a troppe storie di malessere. Sono rimasto molto colpito dall’intervento di Stimulus Italia ed ho voluto approfondire la loro realtà, attraverso un meet dedicato con Gabrio Tonarelli (Senior Business Developer). La società è attiva dal 1989 e si occupa di consulenza specializzata nel campo della salute mentale al lavoro, e grazie al rigoroso approccio scientifico offre alle aziende strumenti di valutazione, formazione, consulenza e supporto psicologico per integrare le dimensioni umane nell’organizzazioni. Una compagnia internazionale dislocata su Parigi, Madrid, Milano e Kiel.
La mission: prevenire rischi psicosociali e promuovere la cultura del benessere organizzativo.
Sono così riuscito ad avere accesso al loro White Paper, una testimonianza di valore che riassume in una cinquantina di pagine i risultati e le tendenze emergenti dalla settimana della salute mentale 2024.
In questo articolo approfondiremo gli aspetti psicosociali collegati al benessere, la loro influenza sul clima aziendale e sulle performance nelle organizzazioni, attraverso le cinque evidenze della ricerca condotta da Stimulus.
Nel 2024, la società ha realizzato un’indagine pioneristica sulle dimensioni psicosociali del benessere mentale negli ambienti di lavoro, hanno aderito all’iniziativa ben 59 aziende e oltre 8.500 partecipanti da tutta la penisola. La prima ricerca italiana su larga scala a tema benessere organizzativo per numero di persone e realtà aziendali coinvolte. Un lavoro davvero lodevole e da divulgare. Allo studio scientifico hanno collaborato anche il Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Bologna, il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali e Statistiche dell’Università di Palermo, con il supporto del CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi).
Sono stati analizzati i fattori organizzativi chiave che influenzano il Benessere Mentale al fine di ottenere parametri confrontabili e dati soliti per poi sviluppare le strategie aziendali. Ecco le 5 tendenze principali emerse dall’analisi dei dati:
1) Il conflitto lavoro-famiglia è la richiesta più alta:
una delle dimensioni maggiormente citate dagli intervistati è la percezione di conflitto tra lavoro e vita privata e la conseguente interferenza degli impegni lavorativi su responsabilità e attività familiari; questo attrito rappresenta una delle principali sfide psicosociali che tutti noi viviamo. Il fenomeno, tipicamente Italiano, se non equilibrato, può influire negativamente sugli aspetti fondamentali di un rapporto lavorativo: diminuzione dell’engagement, aumento della probabilità di “quiet quitting” e maggior bisogno di un adeguato recupero psicofisico.
Oggi le organizzazioni sono chiamate ad affrontare questo macrotema con serietà, eticità e volontà di migliorare le politiche e le iniziative efficaci, al fine di migliorare l’equilibrio vita-lavoro. Non è un obbligo ovviamente, ma è in gioco l’attrattività dell’azienda e la sostenibilità sul medio-lungo periodo. Si tratta di evolvere il concetto di lavoro, di focalizzarci davvero sulla persona.
2) Comunicazione interna, quasi non pervenuta:
il titolo è una provocazione! Ovvio che esiste una comunicazione interna aziendale, il focus è un altro: i dati indicano che essa viene percepita come una risorsa carente e altamente sottovalutata; aspetti organizzativi come la struttura, i cambiamenti o le decisioni strategiche, se non veicolate in modo chiaro e coinvolgente portano ad amplificare il senso di isolamento delle persone.
Investire sulla trasparenza e sull’apertura al dialogo rafforzerà invece la coesione ed il senso di appartenenza alla realtà nella quale viviamo tutti i giorni. È tempo di ridurre il GAP!
3) Turnover e Malessere Psicosociale:
ho voluto evidenziare il secondo dei due concetti presenti nel titolo, perché è dal Malessere Psicosociale che poi dipende il Turnover, non parliamo di quello fisiologico che è vitale per l’adattamento organizzativo. Parliamo di dati: il 14% dei rispondenti ha dichiarato l’intenzione di cambiare lavoro nei prossimi 6/12 mesi, volontà strettamente collegata ad un senso generalizzato di malessere organizzativo. In Italia, il tasso medio di uscita (Turnover) aziendale si attesta al 17,6% e sottolinea l’importanza di agire rapidamente sulle cause psicosociali che portano a questo circolo vizioso. Chi investe sul benessere, riduce il rischio di perdere dei talenti preziosi.
4) Stress – Bisogno di recupero:
Stress, una parola sovrautilizzata? Non credo proprio! Una delle verità è che per molto tempo abbiamo sottovalutato il suo impatto nella nostra quotidianità e di riflesso nelle organizzazioni. Una azienda stressata non sarà mai produttiva, competitiva e genererà nuovi malesseri, lamentele e inefficienze organizzative. Ma come ridurre questo fenomeno sempre più diffuso?
– equità di trattamento
– autonomia sul lavoro
– supporto manageriale
Sono, per esempio, tre risorse organizzative che hanno un effetto protettivo molto impattante sulla salute psicofisica delle persone. Favoriscono la soddisfazione personale e riducono anche la percezione della fatica lavorativa e la necessità di recuperare le forze mentali e fisiche dopo un picco di stress o carico di lavoro. Si tratta di ottimizzare la distribuzione dei compiti e di promuovere una cultura orientata al supporto condiviso, di creare un ambiente di lavoro più sano e produttivo.
5) Aumento generazionale del Quiet Quitting:
Un altro dato significativo è che con il passare degli anni, aumenta la probabilità di comportamenti tossici che vanno a diminuire la produttività aziendale; le persone con maggiore anzianità lavorativa scelgono di mettersi in modalità “risparmio”, facendo il minimo indispensabile e riducendo di fatto il proprio impatto negli ambienti di lavoro. Questo evidenzia la necessità di adottare strategie mirate per mantenere vive le motivazioni e il senso di appartenenza, non possiamo tralasciare aspetti fondamentali quali età e anzianità aziendale in quanto le professionalità acquisite e l’esperienza sono risorse imprescindibili per la competitività. Per il futuro delle aziende.
Vorrei concludere con alcune parole a tema, di Alda Merini:
“La pazzia mi visita almeno due volte al giorno.
Ero matta in mezzo ai matti. I matti erano matti nel profondo, alcuni molto intelligenti. Sono nate lì le mie più belle amicizie. I matti son simpatici, non come i dementi, che sono tutti fuori, nel mondo. I dementi li ho incontrati dopo, quando sono uscita.
Anche la follia merita i suoi applausi.”
Parole alle quali dare ascolto, voce e importanza. Oggi più che mai!
Mi trovi anche su https://www.grigatomichele-rivoluzionepoetica.com/
Visita l’intera rubrica Safety shake!
Iscriviti alla community di rock’n’safe per ricevere contenuti esclusivi e inviti speciali ai nostri eventi!