Ciao, sciogliamo subito il ghiaccio, come ti chiami e quale ruolo rivesti in azienda?
Stefano Zanut e sono, anzi sono stato visto che da poco sono andato in pensione, Direttore Vicedirigente dei Vigili del fuoco.
Come ti sei avvicinato/a a questo lavoro e cosa ti ha fatto capire che questo è il lavoro giusto per te?
Ho fatto il servizio militare nei Vigili del fuoco ed è così che ho scoperto il loro ruolo sia nel campo del soccorso che in quello della sicurezza, un ruolo che nel tempo si è evoluto fino a quello dei nostri giorni. È stato un lavoro ricco di stimoli, molto adrenalinico ed educativo, ed è il quel contesto che ho incontrato e conosciuto il tema degli infortuni sul lavoro da un altro punto di vista, ovvero di chi interviene in quelle circostanze per soccorrere le persone coinvolte.
Da qui l’importanza di attivare iniziative concrete sul tema della gestione dell’emergenza.
Nel corso della tua carriera qual è stato l’episodio che ricordi con più piacere e quale con meno?
Il ricordo positivo è quando salvi, risolvi i problemi e tuteli la vita, quello negativo è il contrario, ovvero quando anche a fronte di un grande sforzo non riesci a portare a casa un risultato positivo. Sono ricordi vissuti con grandi emozioni, tra felicità e frustrazione.
Quali sono le soft skills che un/una professionista in questo lavoro lavoro deve assolutamente avere?
Per quel che mi riguarda ho spesso posto l’attenzione al tema della relazione e della comunicare con gli altri, avendo riscontri importanti in emergenza.
Non è certamente l’unico strumento, sia chiaro, ma quando ti poni il problema di comunicare realizzi concretamente che davanti hai una persona con le sue specifiche necessità che provi a considerare con attenzione.
Cosa ti aspetti nel futuro della salute e sicurezza sul lavoro? Pensi che le nuove generazioni siano più attente a queste tematiche?
Maggior consapevolezza su questi temi, che significa cultura della sicurezza. È certamente importante parlarne a scuola o nei corso, ma è fondamentale che diventi uno strumento di vita capace di accompagnarci quotidianamente.
Per concludere, quale consiglio daresti a un giovane che si avvicina a questa professione?
Studiare ed esercitarsi costantemente perché le variabili di uno scenario di emergenza e di soccorso sono molte e spesso imponderabili: più strumenti abbiamo a disposizione più sarà facile affrontarle.
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