PIT AREA’S VOICES #35 – Domenico Nese, RSPP & Presidente associazione APS

di Rock'n'safe
Domenico Nese

Ciao, sciogliamo subito il ghiaccio, come ti chiami e quale ruolo rivesti in azienda?

Mi chiamo Domenico NESE, e ricopro il ruolo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) in un’azienda della Provincia di Salerno che gestisce il ciclo integrato delle acque. Per conto dell’azienda spesso ricopro anche incarico di Coordinatore in fase di progettazione e di esecuzione nei grandi appalti di lavori che affidiamo alle imprese esterne. Da oltre quindici anni mi occupo di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, collaborando con varie realtà, nel mondo del lavoro e nel sociale, per prevenire incidenti e promuovere una cultura della sicurezza.

Sono fondatore e Presidente dell’Associazione APS #girolevitespezzate, nata nel 2018, che si occupa di promuovere cultura della sicurezza in tutte le sue forme. L’associazione è anche impegnata in diverse altre iniziative volte a educare e coinvolgere il pubblico, di ogni età, su temi di sicurezza attraverso la comunicazione, il coinvolgimento diretto e l’aggregazione delle comunità locali.

 

Come ti sei avvicinato/a a questo lavoro e cosa ti ha fatto capire che questo è il lavoro giusto per te?

Mi sono avvicinato al mondo della sicurezza sul lavoro grazie a una forte sensibilità verso il benessere delle persone e la voglia di contribuire concretamente alla loro tutela. La consapevolezza di poter fare la differenza, soprattutto in contesti dove la sicurezza è spesso sottovalutata, mi ha fatto capire che questo era il percorso giusto per me.

 

Nel corso della tua carriera qual è stato l’episodio che ricordi con più piacere e quale con meno?

Uno degli episodi più gratificanti è stato l’organizzazione del progetto #girolevitespezzate, una pedalata nazionale di 1000 km per sensibilizzare sulla sicurezza sul lavoro. Vedere la partecipazione attiva delle persone e la consapevolezza che cresceva in loro è stato straordinario.

Ricordo anche un altro episodio in cui ho provato una sensazione meravigliosa ed indescrivibile per aver salvato la vita di un uomo. “Pasquale”, colpito da un arresto cardiorespiratorio. Grazie all’intervento tempestivo con compressioni toraciche, ha ripreso conoscenza prima dell’arrivo dei soccorsi.

Penso spesso agli episodi meno piacevoli che potrebbero capitare, come un grave incidente sul lavoro. Sono consapevole che purtroppo lavorando si creano situazioni in cui si verificano variabili difficili da controllare e questo pensiero mi accompagna ogni giorno come monito a fare sempre meglio.

Ogni anno migliaia di lavoratori perdono la vita per guadagnare uno stipendio e molti altri subiscono lesioni che cambiano la loro vita. Penso sempre che, se ciò dovesse accadere anche nel mio contesto, sarebbe veramente devastante e immagino anche quando potrebbe essere doloroso dover dire alla famiglia di un collega che il loro coniuge, genitore o figlio, non potrà mai più ritornare a casa. Pensare a tutto questo costantemente tiene sempre alta la mia attenzione alla priorità della sicurezza su tutti gli altri obbiettivi aziendali. E questo lo ribadisco sempre ai Datori di Lavoro, facendo questo esempio.

 

Quali sono le soft skills che un/una professionista in questo lavoro lavoro deve assolutamente avere?

Essere un buon comunicatore è fondamentale: bisogna saper spiegare concetti complessi in modo semplice e comprensibile a tutti. Empatia e ascolto attivo sono altre soft skills cruciali per comprendere le esigenze dei lavoratori e degli imprenditori. Infine, la capacità di risolvere problemi in modo rapido e pragmatico è essenziale in situazioni che richiedono decisioni immediate.

 

Cosa ti aspetti nel futuro della salute e sicurezza sul lavoro? Pensi che le nuove generazioni siano più attente a queste tematiche?

Il futuro della salute e sicurezza sul lavoro lo vedo sempre più integrato con la tecnologia: dispositivi indossabili, sensori, intelligenza artificiale, saranno strumenti chiave per prevenire gli incidenti. Le nuove generazioni, grazie anche all’accesso a informazioni e strumenti di formazione sempre più avanzati, sono sicuramente più consapevoli, ma c’è ancora molto da fare per promuovere una cultura della sicurezza in modo capillare.

 

Per concludere, quale consiglio daresti a un giovane che si avvicina a questa professione?

Il mio consiglio è di non smettere mai di formarsi e aggiornarsi. La sicurezza è un campo in costante evoluzione, e conoscere le normative è importante, ma ancora più importante è sviluppare una visione ampia che comprenda le dinamiche umane e aziendali. Bisogna essere curiosi e appassionati, e non perdere mai di vista il vero obiettivo: proteggere le persone.

 

 

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