Ultimamente mi capita spesso di leggere articoli su paesi che stanno sperimentando la settimana lavorativa corta e, precisamente, di quattro giorni lavorativi.
In Giappone, a lungo considerata terra di orari di lavoro allungati, si sta facendo strada la settimana corta.
Molte società hanno scelto questa via per portare una maggiore flessibilità al fine di migliorare l’equilibrio fra lavoro e vita privata dei dipendenti. Il rischio era, altrimenti, di veder andare via alcuni di quelli con maggiore anzianità e competenza.
Anche la California, con una legge ad hoc sul modello della sperimentazione fatta in Islanda tra il 2015 e 2019, introdurrà la settimana corta.
Altre società in Nuova Zelanda, Belgio ed Emirati Arabi, ma anche altre 37 società fra Usa e Canada e più di 50 imprese britanniche si sono iscritte a un progetto sperimentale che parte nel mese di Giugno.
Progetti anche in Spagna e in Irlanda.
Purtroppo, per quanto riguarda l’Italia, in questi progetti restiamo il fanalino di coda.
Secondo voi la settimana corta potrebbe portare benefici anche in tema di sicurezza sul lavoro?
Io credo di sì.
Ci sono realtà produttive che lavorano su tre turni aprendo il turno notturno alle 22:00 della domenica e terminando il sabato con il primo turno alle 14:00
Ciò significa:
6 turni di notte
6 primi turni (comprensivo del sabato dalle 6:00 alle 14:00)
5 secondi turni.
Ciò significa che chi conclude il turno notturno il sabato mattina alle ore 6:00 rientra facendo il primo turno il lunedì alle 6:00 e termina la settimana lavorativa il sabato alle 14:00.
Lucidità?
Attenzione?
Stanchezza?
Vita sociale?
Mi piacerebbe sapere il vostro parere.
Leggi anche il precedente articolo di Diego Cigolini!
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